Presidenza Bassetti, bilancio (positivo) di metà mandato

Ametà del suo mandato quinquennale alla presidenza, il cardinale Gualtiero Bassetti sta compiutamente improntando la conferenza episcopale italiana al suo stile pastorale e collegiale.L'arcivescovo di Perugia ha ricoperto in Cei anche l'incarico di vicepresidente ed è da sempre in prima linea nell'impegno solidale della Chiesa.

Portavoce di chi non ha voce

In lui troviamo sempre un'intelocuzione fraterna e sollecita- spiega a Interris.it un presule marchigiano-. Conosce bene le difficoltà che noi vescovi ci troviamo ad affrontare in un frangente di generalizzate ristrettezze economiche e di preoccupazioni per il futuro delle famiglie. Sotto la una guida l'episcopato italiano è sempre più portavoce di chi non ha voce, secondo il mandato di Papa Francesco e in una società impoverita e confusa il suo approccio da “buon parroco” rappresenta  la via più efficace per arrivare al cuore anche delle questioni di più difficile soluzione. Nella sfera pubblica come in quella privata, condividere una decisione aiuta a risolvere problemi e stringere una mano serve più che alimentare incomunicabilità. Soprattutto noi vescovi del cratere abbiamo nel cardinale una costante e autorevole fonte di consiglio e supporto per sostenere le popolazioni terremotate”.  Le preoccupazioni di un vescovo sono “tante”, spiega il presidente della Cei  a Famiglia Cristiana : “Spesso più di quelle che la gente possa pensare. Perché a un vescovo arrivano tante questioni, molte delle quali private, che egli deve saper affrontare e possibilmente risolvere. La più grande è quella di saper guidare bene le persone che gli sono affidate. Una comunità diocesana è complessa, fatta di molte componenti, anche amministrative; la pastorale è senz’altro la più importante, quella che dà senso e identità alla missione di un vescovo. Per questa, ma anche per tutto il resto, ci vuole tanta pazienza e un po’ di coraggio”. E aggiunge: “Momenti di scoraggiamento non mancano per nessuno. La mia preghiera, oltre al breviario, è il rosario, ma anche una a santa Teresa di Lisieux che mi è stata donata da papa Francesco“.

Dalla parte degli ultimi

Due anni fa il Papa gli ha chiesto di scrivere le meditazioni per la Via crucis. “Ho cercato di offrire degli spunti per far comprendere quanto ogni sofferenza umana si rispecchi nella sofferenza di Gesù- racconta Bassetti-. Nella Via crucis del Signore ci sono e ci siamo tutti: i poveri di oggi, gli sfruttati, gli esiliati, i bambini e gli innocenti che scappano dalla guerra, le famiglie che soffrono per le divisioni e le difficoltà economiche. Gesù, nel suo estremo atto di amore per l’uomo, ha raccolto su di sé il dolore dell’intera umanità, nessuno escluso. Per trovare un senso alla sofferenza, ognuno di noi deve guardare a quella croce: solo dinanzi ad essa il dolore umano trova senso. La via della croce è anche il percorso del suo superamento, la via della risurrezione e della vita. Ma non possiamo soltanto dirlo a parole: dobbiamo con i fatti continuare a incarnare la parola del Signore e accompagnarci gli uni gli altri lungo un percorso che ci accomuna tutti“.