Ponti al posto dei muri

L'incontro è stato aperto dai saluti dell'arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori e dell’imam di Firenze Izzeddin Elzir che hanno firmato un testo in cui, dopo aver sottolineato la tradizione di Firenze come città di incontro e di esperienze di dialogo fra culture e religioni diverse, viene rinnovato l'impegno ad essere costruttori di pace e fare propri gli intenti del “Documento sulla fratellanza umana” sottoscritto il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi da Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb.  

Lavorare insieme

A Firenze la comunità cristiana e quella musulmana si sono incontrate ieri per riflettere sullo storico Documento sulla fratellanza umana. L'appuntamento, promosso dal Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, dall'Istituto Universitario Sophia, dalla Comunità Islamica Firenze e Toscana e dalla Fondazione Giorgio La Pira, è una prima risposta all'appello contenuto nel documento stesso che invita”tutte le persone che portano nel cuore la fede in Dio e la fede nella fratellanza umana a unirsi e a lavorare insieme, affinché esso (il documento) diventi una guida per le nuove generazioni verso la cultura del reciproco rispetto, nella comprensione della grande grazia divina che rende tutti gli esseri umani fratelli”.

Radici solide

“Una lunga storia lega la comunità cattolica e islamica di Firenze, dagli incontri con i primi studenti universitari di fede islamica nella Sala Teatina, dove significativamente ci siamo incontrati: la Sala del Centro è stata, infatti, (dal 1989 al 1992) la prima aula di preghiera della nascente Comunità islamica toscana e sede provvisoria del primo Centro culturale islamico della nostra città – spiegano all'Adnkronos gli organizzaztori dell'iniziativa-. In queste stanze, sino dal 1978, per iniziativa dell’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giovanni Benelli che volle un Centro che desse dignità a ogni giovane proveniente da ogni angolo del mondo e aperto al dialogo interreligioso, sulla spinta ideale di Giorgio La Pira e con l’attento e appassionato accompagnamento di Chiara Lubich e dei Focolari, è nato un rapporto di amicizia e di dialogo tra giovani basato su significative interazioni personali, sincere, aperte e collaborative. Un dialogo che si è poi dilatato con autonome iniziative di persone, di associazioni, di Chiese; mostrando come Firenze sia sempre città culturalmente aperta“. Una città, proseguono i promotori del progetto, che “in molte sue parti crede che il dialogo come stile di vita, realizza un diverso modo di incontrarsi e relazionarsi, portando così a superare stereotipi e pregiudizi, e a rendere vera ogni giorno una fraternità che afferma e garantisce le relative differenze“.

Percorso strutturato

L’esperienza  realizzata a Firenze insegna come il radicamento in Dio offra “un modo nuovo di guardare ogni uomo: il riconoscere la dignità dell’altro proprio in virtù del suo essere “altro” genera una reciproca accoglienza, un’amicizia tale da suscitare in ciascuno il desiderio di una mutua e più profonda conoscenza e solidarietà“. Concludono gli organizzatori. “Quello che ci proponiamo è strutturare un percorso verso un’amicizia islamico-cristiana sempre più ampio e inclusivo, costruire relazioni sempre più significative, per spargere nuovi semi di fraternità e di pace a Firenze, in tutto il territorio nazionale e oltre“.