Il Natale a Damasco

Il Natale in Siria, nonostante la guerra e immumerevoli perdite umane, “È sempre una bella festa delle famiglie, dei bambini. In questi giorni in tutte le parrocchie si sono tenuti canti natalizi, corali, recite… direi che il clima è molto festoso”. Lo afferma su Radio Vaticana il card. Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco. “Naturalmente – dice – il panorama è ancora piuttosto triste dopo quasi sette anni di guerra”. Ma la vita sta lentamente riprendendo il suo corso.

Miliardi di danni

Gravissimi i danni alle infrastrutture. Proprio Damasco, pochi giorni fa, ha stimato i danni materiali causati dal conflitto. “Secondo le stime del presidente siriano – ha riportato il vice premier russo Dmitri Rogozin – i danni provocati da questa aggressione contro la Siria ammontano a circa 400 miliardi di dollari”.

11 milioni tra profughi e sfollati

Anche la situazione umanitaria è gravissima, come testimonia il card. Zenari. “Pensando alla Santa Famiglia di Nazareth, anch’essa sfollata, abbiamo ancora più di sei milioni di sfollati interni, persone che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni, e 5 milioni di profughi nei Paesi vicini”. Oggi la Siria conta solo 18 milioni di abitanti, contro gli oltr 23 mln del 2010.

La bomba della povertà

“C’è da dire – spiega ancora il card. Zenari – che la violenza è un po’ diminuita, però la gente è sotto quella che si potrebbe definire la minaccia della bomba della povertà. Il 69% della popolazione vive in estrema povertà e ci sono tanti bambini denutriti”. Un Natale all'insegna della speranza, nonostatnte ci sia ancota molto da fare.