Cerimonia per la riconsegna dei due angeli rubati

Furono rubati il 19 ottobre del 1996 dalla cappella Seripando. Dopo ventidue anni, i due angeli reggitorcia realizzati in legno dorato sono ritornati nella chiesa di San Giovanni a Carbonara.

Le indagini concluse con successo

A riconsegnarli alla proprietà della diocesi campana, gli uomini del reparto operativo Tutela Patrimonio Culturale del comando dei carabinieri di Napoli. Il nucleo era riuscito a recuperare le opere d'arte dopo aver sgominato nel settembre del 2017 una banda criminale dedita alla ricettazione di beni rubati da edifici di culto. Le indagini dei militari sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Isernia.

La riconsegna

Dopo il successo dell'operazione investigativa, quella di ieri è stata una giornata di festa con la celebrazione della cerimonia di restituzione dei due angeli nella chiesa monumentale del centro cittadino, alla presenza del parroco don Ciro Riccardi e del comandante del nucleo carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, capitano Giampaolo Brasili. La stessa cappella aveva subito un analogo furto nel nel 1977 quando era sparita una scultura cinquecentesca realizzata in marmo di Carrara dal maestro Girolamo Santacroce. L'opera rappresentava San Giovanni a Carbonara, alla cui memoria è dedicata la chiesa, ed era stata già recuperata sempre dal reparto Tpc del comando di carabinieri di Napoli e restituita alla fruizione di parrocchiani e turisti nel giugno scorso.

La Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti

Per l'identificazione dei due angeli in legno dorato è stata indispensabile la comparazione della sua immagine con quella inserita nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti e gestita dall'Ufficio Comando – Sezione Elaborazione Dati, del nucleo Tutela Patrimonio Culturale. Si tratta di un prezioso strumento per questo tipo di indagine, nato nel 1980 e che così viene descritto sul sito ufficiale dei carabinieri: “In essa sono quotidianamente inserite tutte le informazioni descrittive e fotografiche relative ai beni culturali da ricercare, che pervengono dai Reparti territoriali dell’Arma, dalle altre Forze di Polizia, dalle Soprintendenze, dagli Uffici Doganali e da Interpol per i beni all’estero. Inoltre il personale addetto, grazie a specifico accordo nel senso, può accedere al sistema informativo della Conferenza Episcopale Italiana relativo al patrimonio culturale ecclesiastico, così importante sia sotto il profilo artistico sia dal punto di vista devozionale e del sentimento religioso delle identità locali”.