Sostanze inquinanti: così ne leggeremo il “codice a barre”

Proprio come i prodotti che ogni giorno acquistiamo al supermercato, anche le sostanze inquinanti hanno un loro “codice a barre“. Per decriptarlo il Policlinico Federale di Losanna, in collaborazione con l'Università Nazionale Australiana, ha ideato uno speciale lettore formato da nanosensori che trasformano la “firma” caratteristica di ogni molecola. Realizzarlo è stato possibile grazie a una ricerca che coniuga fisica, nanotecnologie e metodi di analisi dei dati, pubblicata sulla rivista Science.

Il fattore luce

La “firma” unica di ogni molecola è dovuta al fatto che ciascuna assorbe luce a frequenze diverse: è per questo motivo che il classico metodo della spettroscopia infrarossa riesce a identificare le diverse sostanze presenti in un campione guardando la luce assorbita. Tuttavia questo metodo presenta diversi svantaggi: si tratta di una procedura complicata, richiede strumenti di grandi dimensioni e molto costosi e non è particolarmente sensibile, perciò richiede grandi quantità dei campioni da analizzare.

Come funziona

I ricercatori guidati da Andreas Tittl hanno ideato un nuovo dispositivo molto sensibile e compatto che sfrutta la stessa tecnica ma che può essere miniaturizzato: il segreto sta nei nano-sensori chiamati metapixel, che producono un diverso codice a barre per ogni molecola che viene in contatto con la superficie. I codici a barre poi possono essere analizzati e classificati usando l'intelligenza artificiale, in grado di gestire grandi quantità di dati. I ricercatori hanno già testato il dispositivo per rilevare tracce di pesticidi, molecole organiche e altri composti, come proteine e Dna presenti in un campione di sangue.