Scoperto il protoammasso di galassie più antico

Il primo ad avvistarlo era stato il telescopio spaziale Hubble, poi il telescopio James Webb. I dati sono stati pubblicati su The Astrophysical Journal Letters

Foto di Felix Mittermeier: https://www.pexels.com/it-it/foto/universo-blu-956981/

Scoperto il più antico ammasso di galassie finora noto, formato quando l’universo era giovanissimo, circa 650 milioni di anni dopo il Big Bang. Il primo ad avvistarlo era stato il telescopio spaziale Hubble e a confermare la scoperta è adesso il telescopio James Webb, di Nasa, Agenzia spaziale europea e Agenzia spaziale canadese. I nuovi dati sono pubblicati su The Astrophysical Journal Letters e sono il risultato di una ricerca internazionale alla quale l’Italia ha partecipato con l’Istituto Nazionale di Astrofisica.

“Lente d’ingrandimento” speciale

A permettere di vederlo è stata una lente d’ingrandimento molto speciale: l’ammasso di galassie Pandora o Abell 2744, distante dalla Terra poco più di 3,5 miliardi di anni luce. Un ammasso di galassie permette di osservare, ingranditi, gli oggetti che si trovano dietro di esso, rendendoli così visibili nonostante la distanza E’ emerso così che l’ammasso più antico, indicato dalla sigla sigla, A2744-z7p9OD, comprende almeno sette galassie e che molte altre si trovano nei suoi dintorni.

“Evoluzione accelerata”

“Questo è un sito molto speciale e unico in cui le galassie evolvono in maniera accelerata, e Webb ci ha dato la possibilità senza precedenti di misurare le velocità di queste sette galassie e di confermare con sicurezza che sono legate insieme in un protoammasso“, dice il primo autore dello studio, Takahiro Morishita, del California Institute of Technology. “È sorprendente che solo 650 milioni di anni dopo il Big Bang ci fosse già una sovradensità di questo tipo formata, nell’universo”, commenta Benedetta Vulcani, dell’Inaf di Padova e coautrice dell’articolo. “Il protoammasso ha un raggio di 195.000 anni luce, che è circa la distanza tra noi e la Grande nube di Magellano”.

Inglobare galassie

Secondo i ricercatori che una struttura come questa finirà per inglobare migliaia di altre galassie, in una crescita “simile a quella dei corsi d’acqua: torrenti che nascono da montagne diverse possono poi confluire in fiumi più grandi fino a formare i grandi fiumi. Così galassie inizialmente lontane con il passare del tempo si agglomerano in uno stesso spazio” commenta Vulcani. Le caratteristiche delle galassie vicine all’antico ammasso sono straordinariamente simili: “formano stelle in maniera e quantità molto simili nel corso degli anni e – osserva la ricercatrice – hanno tutte un’evoluzione accelerata rispetto alle altre galassie che vivono la stessa epoca cosmica ma sono isolate. Come se, tornando all’immagine del fiume, le gocce d’acqua che nascono da sorgenti diverse in qualche modo sapessero che prima o poi si incontreranno”.

Fonte Ansa