In Sardegna l’80% delle scuole paritarie è di ispirazione cattolica e potrebbe non riaprire a settembre a causa dell’emergenza Coronavirus. Anzi, alcune delle 276 scuole paritarie dell’isola hanno già deciso di non ripartire, con gravi disagi per migliaia di famiglie.
L’allarme è stato lanciato da una serie di associazioni che rappresentano le scuole non statali riconosciute che rappresentano circa il 10% dell’offerta formativa nazionale.
“L’emergenza sanitaria – spiegano in una nota le associazioni – ha acuito le grosse difficoltà economiche già presenti nell’isola: tante famiglie sono di fronte a perdita di lavoro, cassa integrazione, riduzioni del fatturato. Queste famiglie non sono più in grado di pagare la retta scolastica“. “Noi – è l’appello – vogliamo fare scuola e non vogliamo lasciare indietro nessuno. Chiediamo di essere messi tutti nelle stesse condizioni di partenza”.
Da qui una serie di proposte, ad iniziare dall’istituzione di un tavolo tecnico permanente della parità in Regione e all’Ufficio scolastico regionale per promuovere il monitoraggio e la salvaguardia delle scuole paritarie.
E anche per scrivere insieme leggi, delibere e regolamenti oltre che promuovere i servizi educativi e di istruzione che la rete capillare delle scuole paritarie contribuisce ad erogare completando essenzialmente il sistema nazionale di istruzione.
Le associazioni chiedono anche un intervento con un contributo straordinario per le paritarie e del mancato introito di una parte considerevole della retta, durante il periodo di chiusura a causa della pandemia. Sollecitato anche il rifinanziamento delle linee di intervento previste da una norma del 1984. Infine, studiare una legge regionale sul Buono Scuola, già presente in varie forme in otto regioni italiane.
“In Sardegna sono 12.235 gli alunni che frequentano le scuole paritarie. Gli istituti offrono posti di lavoro per circa 1300 persone tra docenti e personale” in tutta l’isola, ricordano le associazioni. La non ripartenza delle paritarie graverebbe sulle scuole pubbliche, non attrezzate a ricevere l’ondata di nuovi alunni, e sull’economia della Regione.
La Sardegna non è l’unica regione a vivere questo problema, esteso a tutta la Penisola. “La situazione è chiara e l’allarme è stato lanciato: il 30% delle scuole paritarie è a rischio chiusura, 300mila sono gli allievi che busseranno alla scuola statale che già rischia il collasso”.
“2.4 mld di euro costerà in tasse questo disastro, con l’aggiunta dei 3mld di euro chiesti da Fioramonti per ripartire a settembre con le scuole statali”, è l’allarme lanciato lo scorso maggio da suor Anna Monia Alfieri, autrice del blog “Il Diritto di Apprendere”, esperta di politiche scolastiche e una delle voci più autorevoli nel panorama scolastico italiano.
“La scuola statale, con le sue 40mila sedi scolastiche e gli oltre 7 milioni di studenti, così non potrà ripartire“.
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