Coronavirus, Oms: ecco i 6 requisiti sanitari per la seconda fase

Bisogna guardare al futuro. Far ripartire l'economia. Ma con quali precauzioni da osservare per scongiurare una seconda ondata?

Cosa bisogna attendere per iniziare la fase 2? La risposta sta infuocando il dibattito politico italiano. Tutti hanno la volontà di ripartire il prima possibile, ma per farlo, devono essere soddisfatti alcuni requisiti sanitari essenziali. Ecco allora che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha aggiornato il suo Strategic Preparedness and Response Plan. Qui, a pagina cinque, gli esperti fanno riferimento a 6 criteri che vanno tenuti in osservazione per pensare all’inizio di una seconda fase.

I Criteri

1. La trasmissione del Covid-19 deve essere sotto controllo. Prima di riaprire, ogni Paese deve essere arrivato a una situazione in cui la diffusione dell’infezione sia a basso livello, o rientri quanto meno in una dimensione controllabile, sotto il livello di contagiosità 1. Occorre conoscere l’origine delle catene di trasmissione e mantenere i contagi entro una soglia affrontabile dal sistema sanitario locale.

2. I sistemi sanitari devono essere in grado di individuare, testare, isolare e mettere in quarantena i casi positivi al Coronavirus. Questa operazione dipende dalla capacità di somministrare test degli antigeni (le parti della superficie del SARS-CoV-2 riconosciute come pericolose dall’organismo) o test degli anticorpi a chiunque presenti la necessità, e non solamente ai casi più gravi che arrivano negli ospedali. Insomma attuare uno screening di massa.

3. I luoghi più esposti devono essere messi in sicurezza. Prima di pensare a una riapertura è necessario essere in grado di proteggere i contesti ad alto rischio come le case di riposo, che in ogni Paese, a cominciare dall’Italia, hanno registrato un numero impressionante di decessi, proprio tra le persone più a rischio, gli anziani.

4. I reparti di lavoro devono essere soggetti a misure preventive. L’economia non può ripartire a scapito di vite umane. In ogni luogo di lavoro, dalle fabbriche alle aule scolastiche, occorre mettere in pratica le regole di distanziamento sociale, lavaggio delle mani, monitoraggio della temperatura, in modo da ridurre i focolai secondari.

5. Il sistema sanitario deve essere in grado di sapere far fronte ad una possibile ondata di ritorno. I nuovi casi di COVID-19 importati dall’estero, per esempio attraverso cittadini rientrati nel loro Paese di origine, sono stati uno dei problemi principali in Cina e a Singapore. Occorre intensificare la sorveglianza nelle zone calde come gli aeroporti, per individuare e isolare eventuali nuovi positivi.

6. La popolazione deve essere ben informata e disposta a seguire le norme o le raccomandazioni imposte dai governi. Per allentare il lockdown è indispensabile la collaborazione di tutti e per ottenerla non si può fare appello soltanto al buon senso dei cittadini. E’ necessaria una comunicazione istituzionale chiara e univoca, che tenga le comunità aggiornate sullo stato dell’epidemia e le aiuti a conformarsi a una nuova normalità. Bisogna convivere con il Coronavirus. Perciò, va prevenuto qualsiasi atteggiamento pericoloso.