Usa, la seconda infermiera non ha più traccia del virus Ebola

Amber Joy Vinson, la seconda infermiera del Texas Presbyterian contagiata dall’Ebola, non ha più traccia del virus nel suo organismo. Amber è curata all’Emory Hospital di Atlanta: “Sta recuperando forze e il morale è alto”, ha detto la madre Debra Berry.  È il secondo annuncio di guarigione dal virus Ebola in due giorni, dopo la notizia diffusa ieri riguardo le condizioni del cameraman Ashoka Mukpo: l’uomo lavorava come freelance della Nbc News a Monrovia quando è rimasto contagiato. Amber, come l’infermiera sua collega Nina Pham, aveva contratto il virus negli States mentre si prendeva cura di Thomas Duncan, il ‘paziente zero’ deceduto l’8 ottobre scorso a Dallas.

In Africa occidentale la battaglia contro il contagio va avanti. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha annunciato che la Nigeria è ormai libera dal virus Ebola, dopo 42 giorni dall’ultimo caso registrato: lo ha comunicato Rui Gama Vaz, rappresentante dell’Oms nel Paese, parlando di “una storia di spettacolare successo che mostra al mondo come il  virus Ebola può essere fermato”. La Nigeria è il secondo Paese, dopo il Senegal, ad aver superato indenne il primo contagio: la nazione più popolosa dell’Africa è riuscita a limitare a 20 il numero di casi, di cui otto letali, interrompendo la trasmissione della malattia.

Non altrettanto positiva la situazione nel resto dell’Africa occidentale, duramente colpita dall’infezione. In Liberia – che insieme a Sierra Leone e Guinea è il Paese a maggior rischio di decessi – il contagio ha messo in ginocchio il Paese facendo oltre 2000 morti in poco più di sei mesi. La presidente liberiana Ellen Johnson ha scritto nei giorni scorsi una lettera alla stampa, chiedendo la partecipazione di tutte le nazioni nella battaglia contro il virus che ha definito ‘‘senza confini’‘: secondo le ultime stime dell’Oms, attualmente, sono oltre 4 mila e 500 i decessi nel mondo.