TUNISI, RAFFICHE DI MITRA SUL PULLMAN DEGLI ITALIANI

Sono tre gli italiani deceduti nell’attentato avvenuto nella giornata di ieri nel Museo del Brado nel cuore Tunisi. L’ultimo bilancio parla di almeno 22 morti, tre dei quali sono  italiani. Mano a mano che passano le ore sembrano chiarirsi anche alcune dinamiche dell’attentato. L’agguato al Parlamento – vicino al museo tunisino è stato smentito, i servizi segreti stanno indagando e sembra che gli italiani che sono deceduti durante la sparatoria, in realtà non si trovavano all’interno dell’edificio, ma erano ancora sul loro pullman stazionato nel parcheggio del Bardo.

Erano ancora seduti ai loro posti all’interno del veicolo, quando si sono uditi degli spari e alcuni dei finestrini sono andati in frantumi. A raccontare quegli attimi di terrore è un medico savonese, Anna Pegorini, che ha raccontato a Nanopress l’esatto svolgersi della vicenda. “Il finestrino vicino a me è andato in frantumi, io mi sono buttata a terra – racconta la donna – una persona dietro di me è stata colpita alla testa, era immobile, non si muoveva. ho visto poi una persona già morta sugli scalini, sull’uscita laterale”.

Poi hanno sentito il pullman muoversi, alcuni militari sono saliti e li hanno fatti scendere rapidamente. “Poi siamo stati fermi per qualche ora in quella che poteva essere una stazione di polizia. – racconta il medico savonese – Da lì siamo stati messi su un pullman e scortati alla nave”.