TRATTA DI ESSERI UMANI DALLA ROMANIA, BLITZ DEI CARABINIERI

Partivano dalla Romania col miraggio di trovare lavoro ma una volta arrivate la drammatica realtà: ridotte in schiavitù. L’inchiesta è stata avviata dal Ros nell’agosto 2013 e ha riguardato un’organizzazione transnazionale multietnica, di italiani e romeni, specializzata nella tratta di esseri umani tra la Romania e l’Italia, per il successivo sfruttamento lavorativo in aziende agricole della piana del Sele. Le indagini sono partite sulla base della denuncia di alcune operaie romene che, una volta rientrate in Patria, hanno raccontato cosa avevano vissuto in Italia e hanno permesso agli investigatori di ricostruire tutte le fasi della tratta. Le vittime venivano ridotte in stato di totale soggezione dal gruppo e costrette a lavorare in alcune aziende agricole locali, sottopagate e vessate con continue minacce e violenze dagli indagati, i quali si occupavano anche dell’illecita intermediazione con i datori di lavoro. Gli indagati, tra le altre cose, sottraevano alle donne i documenti di identità, per impedirne la fuga.

La rete di sfruttatori è stata smantellata grazie a un’inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Salerno e dei Carabinieri del Ros che hanno eseguito otto arresti e notificato un obbligo di dimora. I nove sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, riduzione e mantenimento in schiavitù, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, ricettazione, corruzione, estorsione.

Sulla vicenda è intervenuta la sen. Angelica Saggese (Pd), per la quale gli arresti “destano molta preoccupazione e gettano un’ombra sulle primarie regionali in Campania. Sembra infatti – scrive Saggese – che un ex dipendente comunale abbia fornito falsi certificati di residenza alle donne rumene in cambio di voti alle primarie. Se questa ricostruzione fosse vera saremmo davanti a una gravissima lesione del principio di democrazia”.

Prosegue dunque l’azione di prevenzione e repressione della magistratura e delle forze dell’ordine che impegnano uomini e mezzi per togliere dalla schiavitù migliaia di ragazze troppo spesso ignorate da un’opinione pubblica che preferisce più proteggere i clienti – evitando di colpevolizzare la domanda – piuttosto che difendere il diritto alla libertà di ogni essere umano.