SUICIDA IN CARCERE SBEFFEGGIATO DAGLI AGENTI: TUTTI REINTEGRATI

Sembra si sia conclusa la vicenda degli agenti che avevano insultato attraverso il social facebook il detenuto che si era tolto la vita in carcere. Infatti i 16 della polizia penitenziaria che erano stati immediatamente sospesi sono tornati in servizio negli ultimi 10 giorni. Rimane però aperto il procedimento disciplinare. Il provvedimento preso contro gli uomini “non ha precedenti nella nostra amministrazione, ha violato le norme e la stessa Costituzione”, ha affermato il vice segretario dell’Organizzazione sindacale autonomia polizia penitenziaria (Osapp), Rino Raguso, durante una conferenza stampa davanti al carcere milanese di San Vittore.  Anche il dirigente sindacale era tra gli agenti destinatari del provvedimento, per “aver condiviso su facebook la notizia del suicidio, cliccando ‘mi piace’ senza aderire ai commenti pubblicati successivamente”.

Il poliziotto ha proseguito dicendo che i loro diritti non sono stati rispettati, “ora gli agenti che hanno pubblicato commenti saranno giustamente sottoposti a un procedimento disciplinare”, ma con le garanzie previste nei loro confronti. Sottolinea inoltre che condanna le loro dichiarazioni, ma che queste altro non sono che sintomo di malessere, “perché la frustrazione alla quale sono sottoposti i nostri agenti può avere queste conseguenze”.

Secondo i dati diffusi da Raguso, il 95% dei tentativi di suicidio “vengono sventati grazie anche all’intervento degli agenti della Polizia penitenziaria”. Nel 2014 in Italia si sono verificati 43 suicidi di detenuti e 11 di agenti della Polpen: in media ogni anno 10 agenti si tolgono la vita, con un tasso di suicidi dieci volte rispetto alla media. Ha proseguito: “Questo è sintomo di un malessere e di uno stress psicofisico di cui spesso le istituzioni non tengono conto. Ma non ferma la sua accusa il sindacalista, dicendo che tra gli agenti sospesi ci sono persone che in passato hanno salvato delle vite umane e che la notizia è ingigantita dai media. È positivo quindi il giudizio di Raguso sulla riammissione in servizio degli agenti sospesi, colpiti da “un provvedimento ingiustificato, illiberale e illegale”.