E’ di undici persone arrestate – tre ai domiciliari, otto in carcere – il bilancio di un’operazione della Squadra Mobile di Pescara. Nel mirino degli agenti sono finiti cinque gruppi criminali dediti allo sfruttamento della prostituzione, che operavano principalmente nell’area di Pescara centro (stazione e zone limitrofe), e nella zona sud della città.
Le indagini hanno preso il via alla fine del 2016. Gli investigatori hanno documentato e mappato le postazioni di lavoro delle prostitute, in buona parte già note perché sfruttate da persone arrestate e condannate in passato per reati specifici. In particolare, sono stati monitorati cinque nuclei criminali, di cui due di matrice albanese e tre di matrice romena, dotati di una struttura organizzativa seppur minima, dediti allo sfruttamento della prostituzione secondo accordi prestabiliti che avevano il fine di evitare i conflitti su strada per non attirare l’attenzione delle forze dell’ordine, in modo da massimizzare i profitti.
Durante le indagini, inoltre, gli inquirenti hanno appurate che tra le ragazze che erano costrette a prostituirsi, c’è anche una donna italiana di 35 anni, pregiudicata e tossicodipendente affetta da Hiv ed epatite C. Il timore è che la donna possa aver trasmesso il virus anche ai suoi clienti. Secondo gli inquirenti il giro d’affari era di alcune centinaia di migliaia di euro.
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