L'avvocato Mario Cicchetti parla di “battaglia vinta”. E ne ha ben donde. Il gruppo assicurativo Am Trust Europe hanno infatti effettuato il pagamento da 1,4 milioni di euro a favore della Ulss Polesana, che consente ai genitori di Eleonora Gavazzeni – la bambina nata tetraplegica per un presunto grave caso di malasanità – di ottenere tutti i 5,1 milioni di risarcimento accordati dal Tribunale di Rovigo.
“Anche questa battaglia è stata vinta – ha commentato l'avvocato Cicchetti, difensore dei Gavazzeni – per la piccola Eleonora, per l'intera famiglia, per tutti coloro che credono ancora nelle istituzioni dello Stato”. Il giudice civile di primo grado riconosciuto le responsabilità di due ginecologhe dell'ospedale “Santa Maria di Misericordia” di Rovigo nelle lesioni riportate durante il travaglio e il parto, condannandole in solido con la Ulss Polesana a pagare la cifra record di 5,1 milioni di euro a titolo di risarcimento. In virtù dello strumento della “manleva” la liquidazione del danno veniva contesualmente richiesta a due assicurazioni estere, con cui i medici e la stessa Ulss avevano stipulato polizza assicurativa. Di fronte alle resistenze dei due istituti, l'avvocato Cicchetti ha sporto denuncia all'Ivass (istituto vigilanza assicurazioni) che ha accolto il reclamo e intrattenuto serrati rapporti con i due gruppi esteri, segnalando la loro posizione ai competenti organi di controllo del Regno Unito, dove entrambi hanno la sede principale. Un lungo braccio di ferro, che oggi, con l'effettuazione del pagamento, ha avuto esito positivo.
L'Ivass ha, infatti, comunicato l'avvenuto bonifico da parte di Am Trust “senza più attendere le determinazioni del Tribunale competente a decidere sulla provvisoria esecutività e demandando al Tribunale d'appello ogni determinazione nel merito della sentenza di primo grado“.
Sollevato Davide Gavazzeni, papà di Eleonora, contattato da In Terris. “Sono stati 10 anni lunghissimi, di sacrifici, da parte di tutti noi. Ringrazio l'avvocato Cicchetti per tutto quello che ha fatto per dare giustizia a Eleonora“. Oggi, aggiunge, “ci sentiamo sereni, perché possiamo fare tutto quello che non siamo riusciti a fare nel 2008 quando la nostra bambina subì gravi danni in sala parto”. Cioè avviare un dipendioso percorso terapeutico per assicurarle le migliori cure. “Abbiamo chiesto diversi preventivi in ospedali italiani, europei e americani. Appena avremo il risarcimento decideremo a chi rivolgerci, per il bene della nostra bambina“.
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