Liguria, caos pronto soccorso: la Gdf acquisisce verbali dall’agenzia per la sanità

Acquisiti i verbali delle riunioni di Alisa, dopo l'incremento degli accessi degli scorsi giorni. Oggi in regione altri 419 casi di Covid-19

La Guardia di finanza, coordinata dal procuratore aggiunto Pinto, ha acquisito documentazioni nelle sedi di Alisa, l’agenzia ligure per la sanità. Documenti relativi al periodo compreso dai mesi estivi a oggi. Un’acquisizione avvenuta nell’ambito dell’inchiesta conoscitiva aperta dalla Procura per il caos nei pronto soccorso cittadini, andati in emergenza durante la fase di recrudescenza della pandemia. In particolare, i finanzieri hanno rilevato dall’agenzia i verbali delle riunioni sulla progettazione di strutture destinate al Covid, con particolare riferimento a possibili impennate del contagio. L’obiettivo, è determinare la predisposizione o meno, da parte di Alisa, di piano destinati a far fronte all’emergenza. Oltre che stabilire se i provvedimenti di contenimento della seconda ondata siano stati presi in tempo utile.

Covid e Liguria

L’acquisizione di documenti da parte della Guardia di finanza è stata disposta poiché, secondo i magistrati, già nel mese di settembre si sarebbe registrato un incremento di malati. Con conseguente possibile previsione della seconda ondata. Circostanze che avrebbero dovuto far attivare in tempo le disposizioni per allestire strutture adatte a contenerla. Il blitz della Gdf nella sede di Alisa arriva in una giornata in cui in Liguria si registrano 419 nuovi casi di Covid-19 su 2.519 tamponi effettuati, con 13 vittime. In regione, al momento, sono 834 le persone ospedalizzate, 97 più di ieri, mentre 5.608 persone sono in isolamento domiciliare. Le attualmente positive, sono invece 6.442.

Manifestazione a Genova

In giornata, come avvenuto in altre città italiane, anche a Genova è andata in scena una manifestazione spontanea contro le disposizioni del nuovo Dpcm. I dimostranti, fra i quali qualche no mask, si sono radunati in Piazza De Ferrari, davanti alla sede della Regione, nonostante l’ordinanza regionale avesse già vietato le manifestazioni.