INSCENAVANO PROTESTE PER INFLUENZARE I PROCESSI: SGOMINATA BANDA IN CINA

Pianificavano proteste nel tentativo di influenzare l’esito dei processi e pagavano attivisti per inscenare le manifestazioni. Sono queste le accuse rivolte a un gruppo di persone arrestate in Cina poche ora fa. Il Ministro della Pubblica Sicurezza rivela che gli indagati impiegavano un “abituale” folla di cittadini per inscenare rivolte a favore dei diritti dei “petitioner”, i postulanti che lamentano al governo centrale gli abusi dei governanti locali e i casi di ingiustizia sociale.

Sono ben 9 i casi di “incidenti di massa” solo nel 2014 che vengono attribuiti all’organizzazione ai quali vanno sommati altri in cui le proteste hanno provocato disturbo all’ordine pubblico. A gestire il tutto vi sarebbe Zhai Yanmin, un uomo di 54 anni arrestato a Pechino. Secondo gli agenti il suo ruolo era quello di assoldare manifestanti, un compito che veniva accompagnato da Liu Jianjun, avvocato, che si occupava del tentativo di influenzare i giudici.

A rivelarlo è l’agenzia Xinhua pubblicando una nota del Ministero della Pubblica Sicurezza: “Il gruppo aveva specifici obiettivi per i suoi membri e le loro attività sono state identificate in vari casi in tutto il Paese”. Uno degli ultimi risale al 15 giugno scorso quando un gruppo di attivisti, che avrebbe agito sotto una ricompensa di mille yuan, aveva inscenato una manifestazione nei pressi di un tribunale dello Shandong per influenzare la vicenda giudiziaria di un ricorrente.

Quello delle proteste di massa è un fenomeno abbastanza diffuso in Cina che vede sempre più spesso scendere in piazza migliaia di persone per rivendicare questioni salariali come nel caso di maxi-scioperi negli impianti con decine di migliaia di dipendenti, e questioni ambientali, come l’opposizione dei cittadini alla realizzazione di inceneritori o di impianti chimici.