Svolta nelle indagini sull’omicidio di Gabriella Fabbiano, la 43enne uccisa con un colpo di pistola il cui cadavere è stato ritrovato nel laghetto di una cava a Cernusco sul Naviglio, nel milanese. A finire in manette sono il presunto omicida e il complice, cioè colui che avrebbe aiutato il killer ad occultare il cadavere della donna. Le indagini, svolte dai carabinieri, sono state coordinate dal pm Francesco Cajani e Alberto Nobili della Procura di Milano.
I due arrestati sono Mario Marcone, l’uomo di 42 anni che aveva avuto una relazione con la vittima e che era già stato iscritto nel registro degli indagati nei giorni scorsi, e il suo amico Fabrizio Antonazzo, 60enne di Cernusco sul Naviglio, a carico del quale gli investigatori hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza in relazione all’occultamento del cadavere di Fabbiano, concorso in porto illegale di armi e favoreggiamento personale, avendo fornito contributo materiale al successivo occultamento del cadavere.
Secondo quanto riferito dai carabinieri, Marcone ha confessato che l‘omicidio è avvenuto all’interno del suo appartamento la sera del 30 novembre al termine di una lite scoppiata per gelosia. A incastrarlo le tracce di sangue trovate in casa e nella sua auto.
Il corpo di Gabriella Fabbiano è stato ritrovato lo scorso 5 dicembre, avvolto nel cellophane, mentre galleggiava nel laghetto di una cava in disuso. La macabra scoperta è stata fatta dal proprietario che si era recato sul posto per un controllo di routine nonostante la cava fosse oramai chiusa da tempo. Al suo arrivo ha notato uno strano involucro, dalla forma sospetta, galleggiare sull’acqua.
Il telo usato per avvolgere il cadavere è simile a quelli utilizzati come coperture nelle bancarelle dei mercati, mentre i tre blocchi di cemento utilizzati per mandare a fondo il cadavere nel lago artificiale sono simili a quelli usati nei lavori stradali. Il telo era tenuto chiuso con un filo di ferro. Nella zona della cava non ci sono telecamere di sorveglianza che hanno ripreso la scena. La cava riempita d’acqua è profonda 12 metri, ma chi ha gettato il corpo probabilmente non ha raggiunto il centro e così il titolare dell’area ha visto spuntare dall’acqua uno strano involucro e ha dato l’allarme.
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