Archiviata la turbativa d'asta per Sala

Archiviata l'accusa di turbativa d'asta nei confronti del sindaco di Milano, Beppe Sala, mossa nell'ambito dell'inchiesta sul maxi appalto per la Piastra dei Servizi di Expo 2015. La richiesta di archiviazione era stata avanzata nei mesi scorsi dai procuratori generali Massimo Gaballo e Vincenzo Calia e, quest'oggi, accolta dal gup di Milano, Giovanna Campanile, il quale aveva già prosciolto il primo cittadino meneghino dall'accusa di falso, mossa nell'ambito di un altro filone del medesimo procedimento. Proscioglimento per il quale, però, è stato effettuato un ricorso in appello da parte dei procuratori generali. L'accusa di turbativa d'asta era stata contestata anche agli ex manager dell'Ilspa Pierpaolo Perez e Antonio Rognoni e a Carlo Chiesa, ex rup del procedimento Piastra.

Le motivazioni del gup

Secondo le motivazioni del gup, nessun “ingiusto vantaggio o danno per alcuno dei concorrenti” sarebbe stato provocato dallo stralcio dell'appalto per la Piastra dei servizi dello spazio dell'Esposizione universale, intesa per quanto riguarda le “essenze arboree”, ossia le aree verdi del sito espositivo. Come spiegato ancora nella relazione del gup, lo “scorporo” della fornitura “è stato utilizzato per rientrare nell’importo complessivo dell’appalto, che appariva inidoneo a coprire i costi dell’opera, senza che questo possa costituire in alcun modo turbativa, non derivando da questa operazione ingiusto vantaggio o danno per alcuno dei concorrenti”. E in questo contesto, ossia “in assenza di discriminazione nei confronti di alcuno dei concorrenti”, non sussistono ipotesi di reato.

Il procedimento

La denotazione di assenza di reato era stata effettuata già nel 2017, con i sostituti pg a spiegare come non si fosse verificata “alcuna turbativa neppure potenziale della gara” sulla Piastra, quando dall'appalto era stato scorporato il capitolo sul 'verde', anche perché non era stato “avvantaggiato alcuno dei concorrenti”. Nella rilettura degli atti, tuttavia, la Procura generale aveva contestato al sindaco Sala l'abuso d'ufficio per l'affidamento diretto alla Mantovani spa, bypassando quindi la gara per la fornitura di seimila alberi. Secondo una testimonianza rilasciata da un ingegnere dell'audit esterno del sito espositivo, “la possibilità di mantenere costante il prezzo a base di gara modificando le singole voci” era “tecnicamente possibile, stante la mancanza a monte dello specifico quadro tecnico economico dell'appalto Piastra, per cui in astratto parti di opere potevano essere incluse o escluse dall'appalto, limitandosi a garantire il rispetto della somma”.