Le mire cinesi su Taiwan minacciano la geopolitica mondiale. Incubo-Kiev

"Se Putin vincesse in Ucraina il mondo diventerebbe più pericoloso e ciò può incoraggiare la Corea del Nord, l'Iran e la Cina, a usare la forza- avverte la Nato-. Se oggi tocca a Kiev, domani potrebbe capitare a Taipei"

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Mentre la guerra infuria in Ucraina e a Gaza, le minacce cinesi a Taiwan infiammano lo scacchiere internazionale. Il capo della Cia William Burns esprime la preoccupazione degli Stati Uniti in un saggio su “Foreign Affairs”. Avverte che Pechino “rimane l’unico rivale degli Stati Uniti con l’intento di rimodellare l’ordine internazionale. E con il potere economico, diplomatico, militare e tecnologico per farlo”. Perciò il sostegno americano a Kiev serve anche come monito alla Cina. “Impossibile ignorare la crescente aggressività di Xi”, sottolinea il numero uno della Central Intelligence Agency. “Nessuno osserva il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina più da vicino dei leader cinesi- spiega Burns-. Uno dei modi più sicuri per riaccendere la percezione cinese dell’inettitudine americana e alimentare l’aggressività cinese sarebbe quello di abbandonare il sostegno all’Ucraina. Il continuo sostegno materiale all’Ucraina non va a scapito di Taiwan. Invia un messaggio importante della determinazione degli Stati Uniti che aiuta Taiwan“.
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Sos Taiwan

Secondo il capo della Cia, il problema “non è l’ascesa della Cina in sé”. Ma “le azioni minacciose che sempre più l’accompagnano”. Il leader cinese, Xi Jinping, ha iniziato il suo terzo mandato presidenziale con più potere di qualsiasi suo predecessore dai tempi di Mao Zedong. Invece di usare quel potere per rafforzare e rivitalizzare il sistema internazionale che ha consentito la trasformazione della Cina, Xi sta cercando di riscriverlo. “Nella professione dell’intelligence, studiamo attentamente ciò che dicono i leader- evidenzia Burns-. Ma prestiamo ancora più attenzione a ciò che fanno. Sono impossibili da ignorare la crescente repressione di Xi in patria e la sua aggressività all’estero. Dalla partnership senza limiti con Putin alle minacce alla pace e alla stabilità nello Stretto di Taiwan“. Xi è “incline a vedere gli Stati Uniti come una potenza in declino”. Per lui “la leadership americana in Ucraina è stata sicuramente una sorpresa”.
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Danno economico

Ad essere stata fortemente contraddetta è stata la convinzione di Pechino secondo cui l’America è in declino terminale.  Pechino è stata sorpresa, secondo il capo della Cia, dalla “volontà degli Stati Uniti di infliggere e assorbire un danno economico per contrastare l’aggressione di Putin. E dalla capacità degli Usa di “mobilitare i propri alleati per fare lo stesso“. Più vicino alle coste cinesi, la resilienza della rete americana di alleati e partner nell’Indo-Pacifico ha costretto Pechino a riflettere”. “Oggi tocca all’Ucraina; domani potrebbe essere Taiwan“, ha detto a Washington il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Dopo aver incontrato il capo del Pentagono Lloyd Austin e il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, Stoltenberg si è recato al Congresso Usa per sostenere la causa ucraina. Sullo sfondo dell’impasse dei negoziati bipartisan sui nuovi fondi a Kiev. Stoltenberg incontrando i parlamentari americani ha ribadito che il sostegno all’Ucraina è “nel nostro interesse per la sicurezza”.
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Leadership globale

“Se il presidente Putin vincesse, sarebbe una tragedia per gli ucraini. Ma ciò renderebbe anche il mondo più pericoloso e tutti noi più insicuri”, ha affermato Stoltenberg. “Incoraggerà altri leader autoritari, non solo il presidente Putin, ma anche la Corea del Nord, l’Iran e la Cina, a usare la forza”, ha proseguito, ammonendo che se “oggi tocca all’Ucraina, domani potrebbe capitare a Taiwan“. Intanto la strada del dialogo resta fondamentale. “Cina e Italia, due grandi civiltà antiche, guidate dal Partenariato strategico globale, possono continuare a sostenere lo ‘Spirito della Via della Seta‘. Basato sui concetti di pace e cooperazione, apertura e inclusione, apprendimento reciproco e mutuo vantaggio”. E’ la valutazione dell’ambasciatore cinese a Roma Jia Guide rispetto all’uscita dell’Italia dalla Via della Seta nell’anno in cui ricorre il ventesimo anniversario della firma del Partenariato. Definito della premier Giorgia Meloni “un faro” per l’avanzamento della collaborazione tra i due Paesi. Il Partenariato, afferma il diplomatico, “ha fatto sì che le relazioni tra Italia e Cina si siano attestate in prima linea tra i rapporti di Pechino con gli altri Paesi dell’Unione Europea“.
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Dialogo con Pechino

Nell’ultimo periodo, l’Italia ha più volte ribadito di attribuire grande importanza a questo Partenariato strategico globale. E ha  affermato la sua volontà di rafforzare la cooperazione concreta con la Cina, posizione che la Cina apprezza molto”. Secondo l’ambasciatore, “in un mondo in cui le sfide globali si fanno più serie, rafforzare ulteriormente il Partenariato strategico globale sino-italiano, mettere in atto l’intesa raggiunta dai leader dei nostri due Paesi durante l’incontro ai margini del Vertice G20 di Bali, opporci insieme ai confronti tra i blocchi, e rafforzare dialogo e cooperazione sono scelte che rispondono agli interessi per la sicurezza e lo sviluppo dei nostri due Paesi. Così come delle zone e del mondo intero”. Jia Guide si dice convinto che, con la prossima visita in Cina di Sergio Mattarella, il capo dello Stato e il presidente cinese Xi Jinping “potranno fissare la rotta per il futuro sviluppo delle relazioni sino-italiane, continuando a dare un forte impulso e guidando il Partenariato strategico globale bilaterale verso una nuova fase di sviluppo. Nonché dando il via insieme ad un nuovo capitolo per continuare a tramandare la millenaria amicizia che lega i due Paesi culle di antiche civiltà“.

Nodo Taiwan

Dopo la liberalizzazione dei visti decisa dalla Cina in via sperimentale dal primo dicembre scorso al 30 novembre 2024 per entrare nel Paese e soggiornarvi un massimo di 15 giorni diretta ai cittadini dei principali Paesi europei, tra i quali l’Italia, Pechino si aspetta una misura di reciprocità. L’ambasciatore snocciola gli ultimi dati sulla presenza dei turisti cinesi per i quali “l’Italia è una delle mete preferite”. E rileva che “da gennaio ad agosto dello scorso anno, gli investimenti bidirezionali tra i due Paesi hanno raggiunto o superato il livello dell’intero 2022″. Poi precisa: “Accogliamo con piacere tutti gli italiani che vorranno venire in Cina utilizzando al meglio questa politica e toccare con mano cosa significhi godere delle nuove opportunità di sviluppo della Cina”. Sulla questione di Taiwan poi, Jia Guide è categorico: “Il principio ‘Una sola Cina’ è un principio standard fondamentale delle relazioni internazionali oggetto di consenso diffuso nella comunità internazionale ed è la premessa e la base politica su cui la Cina istituisce e sviluppa relazioni diplomatiche con gli altri Paesi, Italia compresa. Ed è l’ancoraggio per salvaguardare la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan. La Cina apprezza il sostegno dell’Italia alla politica ‘Una sola Cina’”.