Sotto i nostri piedi esiste un ecosistema complesso, ricco di biodiversità, fondamentale per la nostra sopravvivenza: il suolo. Un tesoro nascosto e spesso sottostimato; a volte sfruttato a fini economici senza tener conto delle conseguenze ambientali e antropiche.
Al fine di porre l’attenzione sulla necessità di conoscere e tutelare la terra che ogni giorno calpestiamo oggi, 5 dicembre, si celebra la Giornata Mondiale del Suolo. La Giornata – in inglese: “World Soil Day” – vuole puntare un faro sull’importanza del suolo come componente cruciale del sistema naturale; e su quanto sia vitale per il benessere umano grazie alla produzione di cibo, acqua ed energia e come mitigatore nella continua perdita di biodiversità. Eppure, ogni anno, erosione, inquinamento, salinizzazione, cementificazione e, last but not least, i fenomeni climatici estremi…lo impoveriscono e ne danneggiano la delicata biodiversità. Eppure, di tutela del suolo se ne parla ancora poco.
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)
Interris.it ha intervistato il professore Stefano Laporta, recentemente rinominato Presidente dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) l’ente pubblico di ricerca italiano che si occupa di protezione ambientale, anche marina, delle emergenze ambientali e di ricerca. L’ISPRA è inoltre l’ente di indirizzo e di coordinamento delle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (ARPA) e coopera con l’Agenzia europea dell’ambiente e con le istituzioni ed organizzazioni nazionali ed internazionali operanti in materia di salvaguardia ambientale. Pertanto, l’ISPRA svolge funzioni tecniche e scientifiche, sia a supporto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare sia in via diretta, tramite attività di monitoraggio, di valutazione, di controllo, di ispezione e di gestione dell’informazione ambientale.
L’intervista al Presidente Ispra, Stefano Laporta
Il 5 dicembre si celebra la Giornata Mondiale del Suolo. Cosa si intende con questo termine e perché è importante dedicargli una giornata?
“Solo dal 2014, quindi da poco più di 5 anni, le Nazioni Unite rappresentate dalla FAO hanno deciso di dedicare questa giornata ai suoli. Lo scopo è catalizzare l’attenzione pubblica sull’importanza di una risorsa che impiega migliaia di anni per formare pochi centimetri di terreno fertile. Sono quasi vent’anni che viene celebrato il World Water Day ed il suolo, alla pari delle risorse idriche, svolge un ruolo fondamentale negli equilibri ambientali essendo in grado di garantire una serie di servizi ecosistemici che influenzano e sostengono la vita e il benessere umano. Per questo è importante dedicargli una giornata ma sarebbe ancora più importante non dimenticarsi di proteggerlo e tutelarlo negli altri 364 giorni dell’anno”.
Il tema scelto quest’anno è “Arresta la salinizzazione del suolo, aumenta la produttività del suolo”. Cosa è la salinizzazione e perché è dannosa?
“Il tema scelto riflette il convegno internazionale svolto lo scorso ottobre presso la FAO sulla salinizzazione dei suoli, successivo ai temi della sostanza organica, dell’erosione e della contaminazione già affrontati negli anni scorsi. In occasione dell’evento è stata anche presentata ufficialmente la carta mondiali dei suoli salini, iniziativa a cui hanno aderito 118 paesi tra cui anche l’Italia. Ogni suolo possiede un naturale contenuto in sali legato al materiale da cui si è formato (la cosiddetta ‘roccia madre’) o alle acque sotterranee e questa viene definita come salinizzazione primaria. Quando fattori esterni, soprattutto antropici, alterano questo equilibrio e l’accumulo di sali contribuisce ad aumentare il lavoro che le radici delle piante devono fare per rifornirsi d’acqua, la salinizzazione diventa un problema perché si compromette l’attività vegetativa e produttiva delle colture”.
La salinizzazione è un problema che riguarda anche l’Italia?
“La salinizzazione è un problema che riguarda anche l’Italia ed è probabilmente sottostimata essendo i dati raccolti concentrati nelle aree considerate più a rischio. È un problema tipico delle fasce costiere dove, complice anche la forte antropizzazione, si registra spesso un sovra-sfruttamento delle falde in grado di provocare un abbassamento del livello dell’acqua e la successiva intrusione salina in queste aree. Questo fenomeno in Italia è particolarmente presente nella bassa pianura padano-veneta, nella parte Nord della Puglia e lungo alcune aree costiere tirreniche, specialmente al confine tra Lazio e Toscana”.
Quali sono le maggiori criticità del suolo in Italia?
“I suoli italiani purtroppo presentano un po’ tutti i problemi riportati nella vecchia proposta di Direttiva e ripresi parzialmente nella nuova Strategia europea per i suoli pubblicata il 17 novembre scorso dalla Commissione Europea: suoli con scarso contenuto di sostanza organica, suoli salini, suoli minacciati dalla cementificazione, suoli persi per processi legati all’erosione idrica o suoli con alte concentrazioni di sostanze inquinanti. L’assenza di una legge quadro nazionale non aiuta ed è per questo urgente una Direttiva a livello europeo che indirizzi le scelte nei diversi Stati Membri”.
Quali sono gli eventi climatici che maggiormente impattano negativamente sul suolo?
“I cambiamenti climatici uniti ad una gestione errata e non sostenibile del territorio accelerano i processi di degrado; prolungati periodi di siccità alternati a precipitazioni sempre più intense e concentrate in brevi intervalli di tempo provocano la perdita degli orizzonti più superficiali di suolo più ricchi di materia organica e in grado di garantire fondamentali servizi ecosistemici come la produttività agricola, l’azione di filtraggio e tampone nei confronti delle sostanze inquinanti e il regolare scorrimento delle acque superficiali”.
La cementificazione può rappresentare un pericolo e perché?
“La cementificazione indiscriminata, oltre a costituire un problema per le aree costiere per i motivi già citati, rappresenta una seria minaccia perché contribuisce a sottrarre terreni nelle aree generalmente più fertili. I dati dell’ultimo rapporto sul consumo di suolo ci dicono che tra il 2019 e il 2020 sono stati impermeabilizzati più di 5.600 ettari, il che vuol dire circa 15 ettari di suolo perso ogni giorno. Quasi il 75% del consumo di suolo si concentra in quelle aree di pianura che, per caratteristiche pedoclimatiche, sono più ‘vocate’ a produzioni agricole di qualità che rendono il patrimonio agroalimentare italiano famoso in tutto il mondo. Consumare quel suolo costituisce quindi un danno irreversibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale”.
Qual è la strategia dell’Ispra per sostenere la transizione ecologica?
“L’Ispra, insieme al Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, di cui è componente, fornisce supporto tecnico scientifico al MiTE per accompagnare il Paese in questo processo che implica un cambiamento culturale oltre che economico e sociale. La transizione ecologica è divenuta ormai un percorso necessario, non più opzionale; occorre rivedere l’intero processo produttivo, che non può più restare ancorato a vecchi sistemi che hanno dimostrato di non funzionare dal punto di vista ambientale, investendo pesantemente anche la salute pubblica, come questi ultimi due anni ci hanno insegnato. Siamo convinti infatti che non può esserci una qualità di vita e salute buone se l’ambiente in cui viviamo non lo è. Tra qualche giorno (il 13 dicembre) presenteremo un Rapporto che abbiamo voluto chiamare Transizione Ecologica Aperta, proprio perché questo passaggio necessita del contributo di tutti, dai cittadini alle istituzioni, che sono chiamati a dare il loro contributo per far sì che l’ambiente (e quindi la nostra salute) vada nella direzione giusta della sostenibilità. Il Sistema Nazionale garantisce inoltre i controlli ambientali sui territori, oltre a predisporre un nutrito set di indicatori ambientali derivanti dal monitoraggio del territorio a livello nazionale, che consentono di valutare e verificare le politiche e lo stato di attuazione degli interventi, anche quelli previsti dal PNRR”.
Per #Ispra il Dg @alebratti sulle attività e le proposte dell'Istituto e del @SNPAmbiente in tema #ambiente e #salute 👇 https://t.co/HJMwPnChpO
— ISPRA (@ISPRA_Press) December 3, 2021
Vuole fare una conclusione?
“Questa giornata dedicata al suolo mi piacerebbe non fosse solo un momento celebrativo, il giorno dopo già dimenticato. Come detto, anche dal suolo dipende la vita di tutti noi e la nostra sostentazione. Le giornate hanno indubbiamente il ruolo di sensibilizzare e porre l’attenzione su temi che ne hanno bisogno, ma il suolo, come l’ambiente tutto, hanno bisogno di azioni concrete, di strategie ben definite e da portare a termine. Gli obiettivi sono sfidanti, per questo è necessario agire ed agire subito, come i giovani a Glasgow ci hanno richiesto a gran voce”.