Giovanni Scifoni: “La fede non è un antidepressivo! Vi dico perché”

L'intervista all'attore di DOC - Nelle tue mani, uno dei personaggi artistici più completi del panorama contemporaneo

“E’ un inferno questo periodo ma, almeno dal punto di vista lavorativo, in senso positivo! Ci sono tante cose da fare…Per esempio, sto per pubblicare un libro per Mondadori che – incredibile! – NON parlerà di coronavirus!”.

E’ un fiume in piena Giovanni Scifoni. Molti oggi lo conoscono per aver interpretato lo psicologo Enrico Sandri, amico carissimo di Andrea Fanti (Luca Argentero) nella serie televisiva “Doc – Nelle tue mani“, tratta da una vicenda realmente accaduta.

Il cast della fiction DOC – Nelle tue mani

Ma Giovanni Scifoni (nato a Roma il 23 maggio 1976) oltre ad essere un attore di talento pluripremiato – l’ultimo riconoscimento in ordine di tempo è il Prix Italia 2020 “Best Web Fiction” – è anche scrittore, drammaturgo, regista e conduttore televisivo.

Un artista poliedrico, che spazia dal palco teatrale a quello virtuale del web, dalla tv alla carta stampata senza mai perdere la sua “impronta artistica“: un linguaggio comico ma meditato al contempo. Fa ridere, ma fa anche riflettere; o, a seconda dei punti di vista, fa riflettere, ma col sorriso.

Il lockdown e la chiusura dei teatri non l’hanno scoraggiato, anzi! E’ riuscito a canalizzare la sua creatività in molti modi, last but not least un nuovo libro. Partiamo da quest’ultima fatica per raccontare un po’ della vita e del pensiero (anche religioso) di uno dei personaggi artistici più completi (e complessi) del panorama contemporaneo.

L’intervista a Giovanni Scifoni

Dottor Scifoni, “Senza offendere nessuno” non parlerà di pandemia. Su cosa verterà dunque il suo nuovo libro? 
“Si tratta di un testo tragicomico su quello che lo schieramento ideologico ha significato nella mia vita, sia come cristiano, sia come attivista. E’ un testo molto personale, dove parlo anche di fede e di quanto questo influisca nella mia vita quotidiana e lavorativa. Ma sempre in modo ironico e divertente! Insomma: un testo profondo ma al contempo comico. La comicità è sempre stata uno strumento con il quale mi sento a mio agio, anche – e forse soprattutto – quando si toccano temi importanti!”.

A proposito di fede, quanto il credere in Dio l’aiuta in famiglia – Lei è sposato e ha tre figli piccoli – e nella quotidianità lavorativa?
“Moltissimo. Ma la fede è sia aiuto sia impedimento. La fede infatti non ti lascia stare tranquillo: non è un antidepressivo! E’ invece una ricerca continua che ti obbliga a farti domande molto serie e cruciali. Ma alla fine avere fede é di grande aiuto perché mi dà speranza, nonostante tutto. Speranza anche nelle situazioni più drammatiche, come la malattia, o una crisi familiare, o un lungo periodo senza lavoro. La fede mi dà inoltre la speranza che ci sia qualcos’altro oltre la morte, che non sia l’ultima parola. Però questa speranza va comunque nutrita attraverso la ricerca, alla quale ti spinge quella santa inquietudine di cui parlava sant’Agostino!”.

A proposito di santi, qualche anno fa fece un’apparizione televisiva nel quale parlava di san Filippo Neri insieme al grande Gigi Proietti, recentemente scomparso e che Lei stesso ha ricordato con un commovente post sulla sua pagina Facebook. Lei ha un santo al quale è particolarmente devoto?
“Io non sono una persona ‘devota’ nel senso classico del termine,
ma ho una figura di riferimento che è san Giovanni di Dio [Juan Ciudad è stato un religioso spagnolo di origine portoghese, fondatore dell’Ordine Ospedaliero detto dei Fatebenefratelli. E’ nato nel 1495 e morto a Granada nel 1550, ndr]. Mi piace e mi ci rivedo moltissimo. Innanzitutto ammiro il suo avere speranza nonostante tutto: un uomo che ha sofferto tantissimo nella vita ma ha sempre sperato che alla fine andasse tutto bene. Una forma quasi creativa di vivere la fede. Inoltre, mi piace moltissimo il fatto che lui non abbia combinato niente fino a 40 anni! A quel tempo, a 40 anni eri vecchio! Mica come adesso che dicono ‘il giovane Scifoni’ e ho 44 anni! Insomma, con Giovanni di Dio c’è speranza di diventare santi anche da vecchi, per fortuna!”.

 

Lei spesso coinvolge la sua famiglia e i suoi bambini nei video e nelle sue opere, una scelta controtendenza…
“Sì, coinvolgo anche i miei figli perché per ora a loro piace e si sono divertiti nel girare con me le video puntate de La mia Jungla e del Santo del giorno.  Però proteggo Tommaso, Marco e Cecilia con il filtro del teatro: loro non sono se stessi, ma rappresentano un personaggio inventato. In effetti, stanno solo recitando! Al contrario, non pubblico mai eventi quotidiani reali legati alla mia famiglia. Questa è una forma di tutela della nostra privacy e delle nostre personalità fuori dal palcoscenico. Infatti, non ho canali social che parlino della mia vita personale, ma solo siti ufficiali – come facebook, instagram e il canale Youtube – dove faccio delle performances, degli spettacoli. La recitazione è finzione, gioco, sdrammatizzazione, ironia…Ed è la forma che ho scelto per esprimere la mia creatività. E i miei figli hanno scelto di aiutarmi, almeno durante il lockdown. In futuro faranno le loro scelte”.

Secondo Lei il teatro ha, oltre all’intrattenimento, anche una funzione sociale e di aiuto in questo periodo segnato dalla paura del covid?
“Certamente sì, perché il teatro – essendo la forma d’arte più antica dell’umanità – è vitale per l’uomo. Il teatro è sempre esistito e sempre esisterà. Ora i teatri sono tutti chiusi, con gravissime perdite economiche per migliaia di lavoratori. Io stesso ho interrotto la tournée teatrale del mio nuovo testo autografo Santo Piacere – Dio è contento quando godo, con la regia di Vincenzo Incenzo. Però il teatro prima o poi riprenderà, perché non può morire: è qualcosa di arcaico che vive dentro di noi. In sintesi: non è che ‘fare teatro fa bene’, è che non fare teatro fa male!”.

Prossimi impegni lavorativi?
Oltre al libro, è stata confermata la seconda serie di Doc – Nelle tue mani, di cui ancora non so molto. Prossimamente [la data non è stata ancora comunicata, ndr] verrà trasmessa anche la fiction tv Leonardo, sempre per la Lux Vide, su Rai 1″.

E’ recentemente scomparsa la direttrice editoriale della Lux Vide, Sara Melodia. C’è la sua esperienza e il suo talento dietro alcune delle serie televisive di maggior successo degli ultimi anni, da Don Matteo a Doc – Nelle tue mani. Lei l’ha conosciuta personalmente. Che ricordo ne hai?
“Di una persona insostituibile, molto brava nel proprio lavoro di sceneggiatrice e nella vita. Una delle poche persone che viveva il lavoro come una missione specifica: un modo per fare del bene alla gente! Lei sentiva infatti il peso della responsabilità non solo di fare bene il proprio lavoro, ma anche di raccontare storie che potessero aiutare ed elevare gli spettatori; mai il contrario. Ha lavorato per costruire un mondo migliore. Sara era una donna, una moglie e una madre straordinaria, con un cuore e un’anima unica. Ci mancherà molto!”.