Padre Saracino: “La via della salvezza rappresentata da Maria”

Il mese di maggio è tradizionalmente conosciuto come il mese Mariano, ovvero dedicato alla preghiera per Maria e al suo legame diretto e indissolubile con suo figlio Gesù e quindi con Dio.

L’enciclica “Mense Maio”

Il 29 aprile 1965, Papa Paolo VI, ha promulgato l’enciclica “Mense Maio” nella quale, il mese di maggio, viene indicato come “il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione. Ed è anche il mese nel quale più larghi e abbondanti dal suo trono affluiscono a noi i doni della divina misericordia.” Interris.it, in merito al significato e al valore di maggio quale mese Mariano, ha intervistato padre Gaetano Saracino, membro dei Missionari Scalabriniani, già parroco del Santissimo Redentore di Roma, e teologo del SIMI – Scalabrini International Migration Institute.

L’intervista

Perché maggio, nella tradizione delle Chiesa Cattolica, è il mese Mariano? Qual è il suo significato?

“Come tutte le tradizioni del popolo di Dio e della vita cristiana, queste sono il prodotto di un fermento che viene da lontano, di una attenzione, nella comunità cristiana, alla figura della Madonna, che fa parte del piano della Rivelazione di Dio. Questa si è conclusa con la venuta di Gesù sulla Terra, la sua resurrezione, la sua ascensione e la discesa dello Spirito Santo. Maria è sempre presente in tutto questo. Il popolo cristiano lo sa, la invoca e, in questo, comincia a far nascere la devozione, che rappresenta un’attrazione verso la verità di fede, ossia la presenza di Maria nel piano salvifico Dio. Questo poi, diventa qualcosa di codificato come la preghiera Mariana dell’Ave Maria e, dall’altra parte, il fermento di dedicarle un mese. Probabilmente è una tradizione che nasce in un contesto occidentale, come quello dell’Europa, dove coincide con la stagione della primavera, quindi della fioritura che si rinnova”.

Qual è il ruolo della Vergine Maria in quella che, Papa Montini, definiva “l’economia della salvezza”?

“Il ruolo della Vergine Maria nell’economia della salvezza è un compito assegnato da Dio ad una Creatura da lui prescelta. Innanzitutto, ciò dice che, le cose di Dio, cominciano da Lui e finiscono in Lui. La Madonna viene scelta, preservata da ogni peccato e inviata nel suo piano di salvezza degli uomini. Maria risponde a tutto questo in una libertà, la quale ci fa dire che lei non è separata da noi e partecipa, attraverso l’economia della salvezza, all’azione che comincia da Dio, ma anche con la risposta che, nella libertà, gli uomini danno. Così come, nella libertà, le prime due creature hanno mancato il piano di Dio. Nella stessa libertà invece, una creatura aderisce allo stesso. Ciò ci dice che siamo capaci di questo ed è alla portata dell’umano rispondere al piano di Dio e che Egli continua a pensare a noi, suscitando persone piene della sua grazia”.

Che valori trasmette ai giovani e alla società di oggi il Mese di Maria?

“Innanzitutto, trasmette una sensibilità verso una docilità che è possibile dinnanzi a Dio. Sono profondamente convinto che, sulla Madonna, si stende un’ombra, quella di Dio. La Madonna eleva la preghiera più bella e più grande che, dall’umanità, si sia mai potuta elevare a Dio, ossia il Magnificat. È il messaggio del Sì che scaturisce dal mese Mariano. Non in una gioia, ma in un turbamento, che poi genera la salvezza per tutta l’umanità in una via che è rappresentata da Maria. Lei è il tramite che ci porta a Gesù, figlio di Dio e a Dio stesso”.