Padre Feretti: “Ecco perché i nonni sono così importanti”

Si celebra oggi, 25 luglio, la prima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani fortemente voluta da Papa Francesco per celebrare il dono della vecchiaia e gli anziani, coloro che custodiscono e tramandano la vita e la fede. La Giornata era stata annunciata dal Papa al termine dell’Angelus dello scorso 31 gennaio indicando la data nella quarta domenica di luglio in prossimità della festa dei Santi Gioacchino ed Anna, i nonni di Gesù.

I santi Gioacchino ed Anna

Il programma di oggi in San Pietro

Il programma di oggi inizia con la Messa nella Basilica di San Pietro alle ore 10.00 presieduta dall’arcivescovo Rino Fisichella presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, alla presenza di duemila persone della Diocesi e di associazioni impegnate nella pastorale della terza età.

Si tratta – informa in una nota il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita – soprattutto di nonni accompagnati dai loro nipoti, ma, significativamente, sono presenti alcune centinaia di persone che sono uscite oggi per la prima volta dalle strutture residenziali in cui vivono dopo più di un anno di isolamento.

Alla fine della celebrazione, i giovani presenti in San Pietro offriranno ai nonni e agli anziani presenti un fiore con il messaggio del Santo Padre: “Io sono con te tutti i giorni” che è poi il tema della Giornata.

Il Dicastero invita tutti, in particolare i più giovani, a celebrare la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani compiendo, anche nei giorni successivi, una visita ai propri nonni o agli anziani soli della propria comunità. La visita – a cui è associata la concessione dell’indulgenza plenaria come stabilito dal decreto della Penitenzieria Apostolica – può essere l’occasione per consegnare il messaggio del Santo Padre e per recitare insieme la preghiera [qui il video con il Papa che recita la preghiera, ndr].

L’intervista a padre Alfredo Feretti

I ruolo dei nonni e degli anziani è spesso sottovalutato nella società contemporanea. Oppure limitato al solo aspetto economico. Ma i nonni sono molto più di questo: rappresentano le radici della nostra storia, la saggezza oltre il tempo e le mode, la bonarietà fuori dagli schemi. Hanno dunque un grande peso nella società e nella famiglia. Ne parliamo con padre Alfredo Feretti, sacerdote e direttore del “Centro La Famiglia” di Roma.

Padre Alberto Feretti

Padre Ferreti, lei è sacerdote e direttore del “Centro La Famiglia” di Roma, il primo consultorio di Roma. Di cosa si occupa?
“Il nostro centro di consulenza familiare socio-educativo offre un servizio di aiuto alle persone, alle coppie e alle famiglie. Ed è un servizio di informazione, accompagnamento, formazione, prevenzione. Come Consulenti della Coppia e della Famiglia accompagniamo la persona che sta attraversando un disagio personale, familiare o relazionale con sé stesso o con gli altri. Attraverso un percorso di incontri basati principalmente sull’ascolto attivo e sull’utilizzo di specifiche tecniche offriamo il nostro aiuto per rendere la persona protagonista di un cambiamento, per renderla capace di superare le difficoltà del momento, facilitando l’individuazione, l’attivazione e la riattivazione delle proprie risorse e capacità. Il Centro La Famiglia, da più di 50 anni ormai, aiuta coppie che incontrano e vivono momenti di difficoltà e di crisi, a incontrarsi, ascoltarsi, confrontarsi, promuovendo una comunicazione efficace che possa aiutare a ricostruire un dialogo e a vivere un rapporto più armonioso. Così come, attraverso l’incontro e il confronto in uno spazio protetto, permettiamo ai vari membri di una famiglia di poter osservare le relazioni fra loro esistenti, di modificare eventuali dinamiche non funzionali, di comunicare in maniera più efficace e di imparare metodi efficaci per provare a gestire diversamente e magari, a risolvere i conflitti esistenti. Nelle situazioni di crisi e di separazione, la Consulenza Familiare aiuta i genitori a riconoscere l’importanza di mantenere e sostenere il loro ruolo genitoriale volto al mantenimento del benessere dei figli e accompagna l’intero nucleo familiare nel percorso di cambiamento che ciascuno è chiamato ad affrontare e vivere”.

Oggi si celebra la prima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, indetta da Papa Francesco. Qual è l’importanza dei nonni nelle famiglie e nella società?
“Ho l’abitudine, quando mi incontro con le persone, di osservare attentamente le loro mani per poter scrutare la storia incisa tra le linee che, anno dopo anno, si sono infittite e intrecciate con mille vicende, cicatrici, deformazioni create dal lavoro, dalle malattie, dagli anni. Le mani degli anziani sono come i cerchi dell’albero e sono la forza dell’albero stesso che resiste a tempeste, al susseguirsi di stagioni non sempre favorevoli. L’istinto mi spinge spesso a chinarmi su queste mani e, quando è possibile, a baciarle. Gli anziani sono il terreno arato molte volte, capace di portare il frutto della maturità, sono la manifestazione visibile del labor, della fatica, della passione, dell’amore fortificato dal tempo. L’importanza dei nonni nelle famiglie è quella della memoria e dell’oblio.
Memoria come ricordo di ciò che sta lontano e che l’anziano avvicina come fosse lo zoom di una telecamera e che i giovani non possiedono perché sono portati a vivere e ricordare l’immediato e a dimenticare (e a volte a rifiutare) il passato considerato vecchio. La memoria dei nonni non è un faro abbagliante che svela spudoratamente gli errori ma è lampada che svela i dettagli che nell’immensità del racconto sono come la trama di un tessuto avvolgente, il ricamo di un disegno più grande.
I nonni sono anche oblio: medicina di torti e di ferite, di abusi e di assurdità, oblio che permette di socchiudere gli occhi. L’anziano è maestro nel sorriso con gli occhi socchiusi quasi a racchiudere nella misericordia il feritore e aprire alla speranza il ferito. Non è dimenticanza spocchiosa; al contrario: è assunzione delle proprie responsabilità e farsi dono per le nuove generazioni. I nonni difficilmente incontrano figli e nipoti senza offrire loro un regalo. Il tempo di pandemia ha rivelato quanto i risparmi degli anziani abbiano fatto fronte all’indigenza di molti. Le mani dei nonni che si congiungono con quelle dei bambini: a volte non si sa chi dei due conduca e chi sorregga l’altro: incrocio di sogni e di memoria, di debolezza e forza vicendevoli. Maestri gli uni degli altri: storia e attualità, artigianato paziente e tecnologia immediata.
Confesso con tristezza però, nel mio ruolo di direttore del Consultorio familiare, che si moltiplicano i casi di nonni abbandonati: quante lacrime raccolgo di anziani ai quali è negato l’incontro con i nipoti o è centellinato, quasi fosse pericoloso.
Ascolto racconti di genitori che lasciano i figli anche piccoli, ore davanti alla playstation, spesso a fare giochi violenti, nei quali vince chi colleziona più vittime, ma che poi hanno paura di mostrare agli stessi figli la fragilità, la malattia, a volte la demenza dei nonni che potrebbe nuocere al loro equilibrio psico fisico, così come possono essere nocivi ‘i vizi’ che da sempre l’essere nonni porta con sé, ma che potrebbero compromettere il cosiddetto ‘piano educativo genitoriale’.
I nonni, hanno paura di parlare del loro ruolo e vengono confinati nella solitudine e il loro volto, senza ritocchi o lifting, è più che altro segnato dall’attesa di una telefonata che non sia troppo sbrigativa, di una visita gratuita che non attende il biglietto di 50 € ‘per un gelato ai bambini’. È attesa di qualcuno che possa perdere tempo con loro. Loro che, quando erano giovani, hanno ‘perso tanto tempo per noi, per farci crescere.
Uno dei film di animazione che condivido con i bambini la domenica pomeriggio è COCO, della Pixar. Uno dei messaggi che più mi ha colpito è che una persona vive finché qualcun altro ne ha memoria. Quando le persone che ti amano ti dimenticano cominci a svanire.
Il dolore più grande è veder svanire i nonni perché non sono più ricordati. È una grande perdita per la società intera”.

Il Covid ha colpito soprattutto persone over 70. Quale sarà a suo dire la perdita morale e storica di una generazione per i bambini e i giovani di oggi?
“Le conseguenze le vedremo a lungo termine perché ancora siamo in una situazione di passaggio ed è difficile capire la portata a livello educativo della sparizione di un numero così alto di anziani. Mi preme sottolineare il verbo che ho usato: sparizione. Per molti infatti, l’essere colpiti dal virus ha significato scomparire totalmente e improvvisamente da ogni contatto dei sensi: non più uno sguardo, un suono di voce, un odore familiare, un cibo condiviso, non più una carezza. Sono letteralmente scomparsi con conseguenti traumi e lutti difficilmente assimilabili ad altri eventi. Chi ci racconterà la forza e la tenacia necessari per una rinascita, una ricostruzione? Chi ci ricorderà quelle cose e quei valori che non possiamo svendere per un pugno di lenticchie di falsa libertà?
Si dice che gli anziani dormano poco o dormano meno dei giovani. Questo può essere vero per il riposo notturno, ma in realtà, io credo che gli anziani abbiano imparato a far loro il ritmo della vita. A mangiare quando hanno fame, a dormire quando ne sentono la necessità. Osservando a volte, come fossero affacciati ad una finestra, le nuove generazioni che hanno perso, forse, la bellezza e la capacità di sognare, anche a occhi aperti, proprio dei nonni, affannati a correre sempre più velocemente verso un futuro tanto incerto quanto ammaliante.
Il futuro del mondo – scrive Papa Francesco – è in questa alleanza tra i giovani e gli anziani. Chi, se non i giovani, può prendere i sogni degli anziani e portarli avanti? Ma per questo è necessario continuare a sognare: nei nostri sogni di giustizia, di pace, di solidarietà risiede la possibilità che i nostri giovani abbiano nuove visioni, e si possa insieme costruire il futuro. È necessario che anche tu testimoni che è possibile uscire rinnovati da un’esperienza di prova. E sono sicuro che non sarà l’unica, perché nella tua vita ne avrai avute tante e sei riuscito a uscirne. Impara anche da quella esperienza a uscirne adesso”.

Il Papa prega con i nonni (fonte: Vatican News)

Papa Francesco ha una particolare sensibilità verso gli anziani e la famiglia in genere. Qual è l’importanza dei nonni nella trasmissione della fede?
“Non vorrei sembrare troppo naif o legato ad una immagine di società che viene da una cultura contadina della metà del ‘900 (nella quale, per altro, io sono nato e cresciuto e che mi ha formato in modo eccellente). Oggi anche i nonni subiscono l’impatto di una società che ha un rapporto difficile con la fede e si confrontano con una chiesa in affanno nella ricerca di nuovi modi per comunicare la fede. La comunità cristiana fatica sempre di più a incontrare le nuove generazioni e a instaurare un dialogo che tocchi le grandi domande dei più giovani! Ma ciò che spesso leggo sul volto dei nonni è l’amarezza del senso di impotenza, o del senso di colpa nei riguardi dei loro figli, la generazione dei quarantenni (i genitori dei nipotini). Figli che sembrano aver praticamente ripudiato tutto ciò che i propri genitori hanno cercato di insegnare loro. Figli che stentano ad accettare che si dia il battesimo ai loro figli e si oppongono a che i nonni facciano riferimenti alla Chiesa, alla fede, a Dio, salvo poi consegnarli a ‘fedi o credenze’ ben meno nobili.
I nonni devono far fronte ad una moltitudine di contraddizioni e sviluppare la pazienza delle pazienze, cioè quell’amabilità e quel rispetto dei tempi e delle scelte dei figli. Anche se sanno bene di non voler e non poter rinunciare alla ricchezza della loro fede e di non potersi astenere dal testimoniarla con caparbietà e tenerezza insieme.
Mi commuovono quando, di fronte alle scelte di figli che non condividono, restano in silenzio, aspettando il momento opportuno per far breccia nel loro cuore e si dividono i ruoli tra nonno e nonna perché la loro saggezza gli insegna che ciascuno dei due sa toccare, con le proprie modalità, l’intelligenza spirituale di cui sono ricchi i giovani al di là delle apparenze. Li vedi poi, questi nonni, entrare in chiesa e pregare per i figli, di cui sono sempre e comunque orgogliosi, consapevoli che la loro missione è quella di essere uno sfondo meraviglioso che permetta di dare risalto al primo piano”.