Gambino (Scienza&Vita): “Nonni e nipoti: quale rapporto e quali doni tra le due generazioni”

L'intervista di Interris.it al professor Alberto Maria Gambino, presidente nazionale Scienza & Vita, in occasione della III Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani

Nonno e nipote. Foto di Janosch Lino su Unsplash

Si celebra oggi, 23 luglio, la III Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani.
La Giornata è stata istituita da papa Francesco che la presentò dopo la recita dell’Angelus del 31 gennaio 2021 dicendo: “Lo Spirito Santo suscita ancora oggi negli anziani pensieri e parole di saggezza. Essi ci ricordano che la vecchiaia è un dono e che i nonni sono l’anello di congiunzione tra le generazioni, per trasmettere ai giovani esperienza di vita e di fede. I nonni, tanti volte sono dimenticati e noi dimentichiamo questa ricchezza di custodire le radici e di trasmettere. Per questo, ho deciso di istituire la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, che si terrà in tutta la Chiesa ogni anno la quarta domenica di luglio, in prossimità della ricorrenza dei Santi Gioacchino e Anna, i ‘nonni’ di Gesù”. Che nel calendario della Chiesa cattolica di rito latino ricade il 26 luglio.

Il tema scelto dal Santo Padre quest’anno è “Di generazione in generazione la sua misericordia” (Lc 1,50) frase del Magnificat che – spiega il Papa – “ci riporta a un incontro benedetto: quello tra la giovane Maria e la sua anziana parente Elisabetta”.

Giornata Nonni e Anziani e GMG

L’edizione di quest’anno ha un’importante particolarità: cade in prossimità della GMG di Lisbona, in programma in Portogallo dal primo al 6 agosto, creando un fil rouge tra i due grandi appuntamenti della Chiesa cattolica. Lo stesso Pontefice, nel messaggio della III Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, si è soffermato sulla interconnesione tra i due eventi e le due generazioni coinvolte: “A voi giovani che vi state preparando a partire per Lisbona o che vivrete la Giornata Mondiale della Gioventù nei vostri luoghi vorrei dire: prima di mettervi in viaggio andate a trovare i vostri nonni, fate una visita a un anziano solo! La sua preghiera vi proteggerà e porterete nel cuore la benedizione di quell’incontro. A voi anziani chiedo di accompagnare con la preghiera i giovani che stanno per celebrare la GMG. Quei ragazzi sono la risposta di Dio alle vostre richieste, il frutto di quel che avete seminato, il segno che Dio non abbandona il suo popolo, ma sempre lo ringiovanisce con la fantasia dello Spirito Santo”.

L’Italia che invecchia

In un’Italia sempre più “vecchia” e con sempre meno nascite, La Giornata rappresenta anche un importante appello sociale, oltre che religioso. Per meglio comprenderne tutti gli aspetti, bioetici, antropologici, generazionali, Interris.it ha intervistato il professor Alberto Maria Gambino presidente nazionale Scienza & Vita. Il prof. Gambino è inoltre Professore ordinario di Diritto Privato e Prorettore Vicario presso l’Università degli Studi Europea di Roma e presidente dell’Italian Academy of the Internet Code (IAIC). Partecipa alla direzione di enti e istituti di ricerca e alla realizzazione di progetti di ricerca nazionali ed internazionali. Dirige riviste e collane editoriali di riconosciuto prestigio scientifico. Avvocato cassazionista civilista, è titolare dello studio legale Gambino.

L’intervista al professor Alberto Maria Gambino (Scienza&Vita)

Perché dedicare una Giornata Mondiale a nonni e anziani?

“La vita personale di ciascuno di noi è segnata dalle sue radici umane. Se siamo in cammino nel mondo lo dobbiamo ad una atto generativo, ancora oggi pieno di mistero e foriero di stupore nella sua potenza a dare vita. Queste radici ci accompagnano nel corso della nostra esistenza, ci sorreggono nella prima fase e diventano un pozzo di esperienze, di testimonianze e di ricordi nella seconda fase, quando i nostri cari diventano anziani. Qui nell’incontro iconico tra Maria e Marta si condensa la reciproca attesa: una giovane donna che annuncia la speranza in una vita futura; una donna anziana che dona la sua esperienza vissuta in un’esistenza piena. Di quest’ultima esperienza inestimabile, oggi, i nostri giovani hanno un bisogno vitale; costa tempo, dedizione, ma quanto appagamento e quanta ricchezza dai racconti e dall’affetto dei nostri nonni!”.

Il tema scelto dal Santo Padre per questa terza giornata è “Di generazione in generazione la Sua misericordia”: cosa significa?

“Il rapporto tra nonni e nipoti, tra anziani e giovani non è solo una relazione umana ma rappresenta un’arcata che unisce le storie umane e, dunque, la Storia con la S maiuscola. I credenti sanno che la storia è segnata dalla Misericordia e il ponte tra le generazioni – potremmo dire – che è un ponte ‘santo’, che attraversa il cammino millenario dell’umanità. Lo stare insieme tra le generazioni significa immergersi in questa storia senza tempo, dove Dio è presente e se ne sente la presenza feconda nell’abbraccio colmo di affetto che giovani e anziani si scambiano”.

Qual è il valore dell’anziano nella “società dello scarto”?

“L’anziano ha un valore in sé. Intanto perché – e occorre ricordarselo ogni giorno – ciascuno di noi è anziano in potenza e, quando lo diventa davvero, finisce per raccogliere quanto ha donato e ricevuto in vita. La ‘raccolta’ dell’anziano implica che egli continui a rappresentare un punto di riferimento. Certamente se si pensa che nella grandi città ormai i singoli hanno numericamente superato le famiglie, si comprende bene il dramma della solitudine specie quando l’età avanza. Il valore dell’anziano va allora recuperato nella sua pienezza anche e soprattutto da parte dei decisori pubblici perché sappiano costruire comunità organizzate a misura di anziano, non solo per le sue necessità ma anche per metterlo nelle condizioni di esprimere al meglio la sua vocazione a conservare la storia e gli affetti e a offrire conforto e testimonianze”.

Nonno e nipotino. Foto di Gianluca Carenza su Unsplash

Nonni e nipoti: quale rapporto intercorre e quali doni reciproci tra le due generazioni?

“Tra nonni e nipoti spesso si instaura un rapporto speciale che sfugge persino alla percezione dei genitori. Le due polarità, della vita agli inizi e di quella al termine, hanno punti in comune, straordinari a cominciare dalla prossimità al mistero dell’inizio e della fine della vita biologica; poi la condizione di dipendere in parte dal sostegno di altri, infine la genuinità dell’anticonformismo di chi non è ancora o non è più irretito nelle relazioni lavorative e di ruolo. Il dono di una visita viene ripagato col dono della saggezza di chi ha vissuto per molto tempo. Ci vuole impegno, ma quanta nostalgia quando i nonni non ci sono più. Talvolta solo allora si comprende l’unicità di un rapporto tra generazioni, distanti nel tempo ma accomunate negli affetti”.

Culle vuote da un lato, sempre più ultracentenari dall’altro: quale società ci aspetta?

“Su questo vorrei dire una cosa un po’ scomoda. Si parla tanto di natalità e di incentivi anche economici alla natalità, come se far nascere un figlio fosse una cosa meccanica, quantificabile. Il tema ritengo riguardi ciò che sta a monte della natalità e cioè il matrimonio. Matrimonio come impegno a condividere una vita insieme. Fatta questa scelta è praticamente ineluttabile che ci si apra alla vita e alla prospettiva di avere figli. Le coppie vanno aiutate ad affrontare questo impegno, che non è effimero, transitorio o consumistico, ma è un impegno esistenziale. La crisi oggi riguarda le scelte e gli impegni di lunga durata dei nostri giovani, non la natalità in se stessa, che di quella scelta è una conseguenza naturale”.