Senza crescita culturale non c’è progresso sociale. La lezione di New York

Il romanzo che ha cresciuto quattro generazioni: 80 anni dopo una statua per il "Piccolo Principe" a New York (a Villa Albertine su Fifth Avenue) al posto del Michelangelo

culturale

Omaggio al libro che ha contribuito alla crescita culturale e umana di quattro generazioni. “Ecco il mio segreto. È molto semplice: si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”, scrive l’autore. Il Piccolo Principe è la storia dell’incontro in mezzo al deserto tra un aviatore e un buffo ometto vestito da principe che è arrivato sulla Terra dallo spazio. Ma c’è molto di più di una semplice amicizia in questo romanzo surreale, filosofico e amato ad ogni latitudine. ll Piccolo Principe è il capolavoro dell’autore francese e aviatore Antoine de Saint-Exupéry. E’ uno dei libri più venduti e tradotti al mondo. Pubblicato a New York per la prima volta nel 1943 ed è dedicato all’amico dell’autore Léon Werth. Il libro non è stato scritto per l’amico dell’autore divenuto adulto. Era più che altro dedicato ai suoi anni dell’infanzia. Per questo l’opera conserva anche gli acquerelli originali dell’autore. C’è la saggezza di chi guarda le cose con occhi puri, la voce dei sentimenti che parla la lingua universale. E una sincera e naturale voglia di autenticità.culturale

Lezione culturale

La bellezza, infatti, quando non è filtrata dai pregiudizi, riesce ad arrivare fino al cuore dei bambini. Ma anche a quello degli adulti che hanno perso la capacità di ascoltare davvero. Ottanta anni dopo la prima edizione, la Francia onora il Piccolo Principe a New York. Una statua in bronzo dell’artista Jean-Marc de Pas è stata inaugurata dalla ministro degli esteri francese Catherine Colonna. Proprio nella metropoli statunitense dove nel 1943 la novella di Antoine de Saint Exupéry vide la luce. La statua raffigura il piccolo viaggiatore nello Spazio seduto a altezza d’uomo su un muretto. Ed è stata collocata nel giardino della storica Payne Whitney Mansion. Una dimora della Gilded Age disegnata dall’architetto Stanford White all’inizio del Novecento. L’edificio è stato acquistato dalla Francia negli anni Cinquanta. E oggi ospita il quartier generale di Villa Albertine. Un centro culturale che promuove la cultura francofona negli Usa. All’ingresso, fino al 2009, il pezzo forte era una statua di Cupido. Opera attribuita una trentina di anni fa a Michelangelo giovane dalla storica dell’arte Kathleen Weil-Garris Brandt. Cioè da un’autorità mondiale in fatto di Rinascimento italiano.culturale

Dov’era Michelangelo

Il Cupido nel 2009 è stato trasferito al Met con un prestito a lungo termine. Il Piccolo Principe adesso ha preso il suo posto. Il romanzo era stato pubblicato inizialmente in inglese. E qualche giorno dopo in francese dalla casa editrice Reynal & Hitchcock. Finendo all’indice in Francia fino a dopo la liberazione, il Piccolo Principe è l’opera di letteratura più tradotta di tutti i tempi. Con 200 milioni di copie vendute in oltre 550 tra lingue e dialetti diversi. Pochi però sanno che Saint Exupéry ne concepì l’esistenza tra New York e Long Island. Dove aveva vissuto tra 1940 e 1943. La statua di de Pas è stata realizzata dall’artista in Normandia. Ed è la prima del genere a Manhattan. Luogo da cui lo scrittore partì poche settimane prima della pubblicazione. Imbarcandosi per il Nord Africa con in borsa una copia ancora in bozza del volume. Saint Exupéry scomparve quindici mesi più tardi ai comandi di un Lockheed P-38 Lightning. Durante una missione di ricognizione aerea delle forze aeree alleate sopra la Francia occupata dai nazisti. Una quarantina di isolati più a sud da Villa Albertine, la Morgan Library possiede il manoscritto originale. culturale

Progetto culturale

Il progetto della statua è stato portato avanti dalla American Society of Le Souvenir Français. In partnership con la Antoine de Saint Exupéry Youth Foundation. “Siamo orgogliosi che il Piccolo Principe abbia trovato un posto degno nella città dove è nato. Ottanta anni dopo, questo personaggio è un simbolo di pace, saggezza e amore per il pianeta”, ha dichiarato all’Ansa, Thierry Chaunu. Presidente dell’organizzazione. Nell’occasione della dedica della statua è intervenuta la ministro Colonna. A New York per i lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu. E ha annunciato il lancio delle Albertine Grants. Un fondo annuale da un milione di dollari. Destinato a portare negli Stati Uniti progetti artistici francesi, caribici e africani. La cultura, infatti, è una risorsa formidabile per promuovere lo sviluppo economico a livello locale. Si tratta normalmente di forme di sviluppo di qualità. Fondato sulla sostenibilità della sua crescita. Non solo, ma anche di uno sviluppo rispettoso della diversità culturale. E capace di attrarre forme di turismo culturale.

Economia della cultura

Un esempio riportato da Treccani.it è il tema dei distretti culturali. Sotto il profilo economico Alfred Marshall è stato il primo economista ad attirare l’attenzione sull’industria localizzata. Attribuendo ai distretti industriali le grandi prerogative delle economie di agglomerazione. Giacomo Becattini, nel saggio “Mercato e forze locali: il distretto industriale”, ha proposto una stimolante rilettura economica dei distretti industriali italiani. Analizzati da Arnaldo Bagnasco (“La costruzione sociale del mercato”) e Carlo Trigilia, sotto il profilo socioeconomico. I distretti culturali sono stati oggetto di molti studi. Con riferimento a essi si sottolinea il ruolo informativo e manageriale dei diritti collettivi della proprietà intellettuale. Che segnalano la qualità del prodotto, la reputazione dei produttori e favoriscono il rafforzarsi di un’identità territoriale.