La comunicazione di papa Francesco secondo il professor Cantori e il missionario Saracino

Due esperti di comunicazione ecclesiale riflettono sul Magistero pontificio dal punto di vista mediatico

Francesco

La comunicazione inclusiva e “in uscita” di papa Francesco. Il professor Matteo Cantori, giornalista pubblicista, legale e docente universitario è autore con Mario Galgano del “Prontuario della comunicazione cattolica“. Dal punto di vista comunicativo, sottolinea il professor Cantori a Interris.it, “le linee-guida tracciate dal Papa sono molte. Ma una è, di certo, quella preponderante”. E cioè “ascoltare con l’orecchio del cuore. Ovvero ascoltare con una determinata sensibilità. E fare in modo che attraverso un buon ascolto arrivi anche la Buona Notizia”. Aggiunge Cantori: “Si dirà che per essere buoni comunicatori è necessario essere prima ancora buoni ascoltatori”.Francesco

Francesco comunicatore

“È difficile trovare delle parole che racchiudano il magistero di un Pontefice– evidenzia il professor Cantori-. Papa Francesco è un grande lettore. Un osservatore attento. Una mente finissima“. Jorge Mario Bergoglio “ha due grandi doni. La sintesi e la capacità di spiegare all’uditorio del mondo questioni complesse. Servendosi di espressioni semplici”. E, puntualizza il professor Cantori, “tutto parte dal basso. Dalle periferie. Da dove anche una semplice notizia fa commuovere. O porta buonumore. La grande comunicazione si forma nei piccoli centri. Qui bisogna avere la volontà di ben informarsi. Di farlo con discrezione. Di muoversi con cautela tra le microstorie dell’uomo“. Queste osservazioni, evidenzia Cantori, “nel piccolo possono essere traslate nel grande. E, a Dio piacendo, portare buoni frutti“.

Francesco

Comunicare il Vangelo

La Chiesa ha sempre annunciato il Vangelo. Attraverso i canali attivi in un preciso momento storico- afferma a Interris.it padre Gaetano Saracino, missionario scalabriniano-. Rintracciare tweet e post nella storia dell’evangelizzazione non è semplice. Se non altro perché sono forme di linguaggio inedite. Almeno sino a poco tempo fa. A guardar bene forme di linguaggio innovativo non sono del tutto estranee all’annuncio del Vangelo. Non saranno tweet, post o blog. Ma il segno della croce o il suono delle campane sono ovviamente ben più di un flash mob e di un trill. Ne precorrono la forma. Richiamano al mistero. E durano ancora. Gesù stesso ha dato prova di saperci fare con la comunicazione. Da Nazaret scese a Cafarnao a predicare. Dunque da un luogo isolato ed arroccato ad un porto di lago, il mare di Galilea. Per altro attraversato dalla via dell’ impero (il “cardo maximus”) che portava a Damasco. Sede di una dogana. E in rapporti commerciali con l’alta Galilea, la Siria, la Fenicia, l’Asia Minore, Cipro e l’Africa“. E lo stesso Gesù, aggiunge padre Saracino, accompagna i fedeli dall’Annunciazione all’Annuncio. D’altronde: “il Verbo si è fatto carne. E venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14).

Immagine da Centro Studio Biblico Nuovo Testamento

Linguaggio attuale

Padre Saracino richiama il linguaggio attuale dei social. Nella storia recente. Quando Benedetto XVI inaugurava dallo schermo di un iPad la sua presenza su Twitter. Aprendo otto account in altrettante lingue. Cui si è poi aggiunto il latino. I mass media collegarono quell’evento al gesto di Pio XI. Che nel 1931 dai microfoni di Radio Vaticana lanciava il suo primo messaggio radiofonico. E ancor prima, la benedizione impressa da Leone XIII nel 1896 sulla pellicola dei fratelli Lumière. Dunque la pellicola del cinema. Il microfono di una radio da una parte. E un iPad aperto su un social dall’altra. Costituiscono forme differenti di comunicazione. Corrispondenti a quasi due epoche. “Ma, come la radio ha rappresentato la trasmissione dell’informazione ad ampio raggio. Così Twitter rappresenta la conoscenza connettiva e condivisa. Rispondendo al modo attivo di comunicare odierno”, precisa il missionario scalabriniano. Secondo padre Saracino “una Chiesa che sa sorprendere, esiste. Non solo lezioni a colpi di liturgie. Ma anche comunicazione mass mediatica e pratiche on line per comunicare. Il cuore è sempre la Buona Notizia, il Vangelo. L’Annuncio corre. E’ presente. Ma proprio per la sua natura viva e vivificante non può rimanere lettera. Deve diventare prossimità, incontro, dialogo”.

Papa Francesco

Tag cloud

La “tag cloud” è quella specie di nuvola grafica dove la grandezza delle parole scritte è proporzionale alla loro ricorrenza. “Sarebbero queste le parole chiave del pontificato di Francesco: prossimità, incontro, dialogo”, spiega padre Saracino. E “al centro della comunicazione le persone che comunicano sono in forte relazione fra di loro. E  l’attenzione social, fortemente favorita dall’innovazione tecnologica, si è ormai spostata dal mezzo al messaggio. Mentre in papa Francesco resta marcata l’esigenza di stabilire una relazione sempre. In qualsiasi contesto comunicativo perché il messaggio si affermi con autenticità ed efficacia“.