Bimbi senza casa e sfruttati. Mons Gaid: “Aiutateci a cambiare questa crudele realtà”

L'intervista di Interris.it a Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, presidente dell'Associazione Bambino Gesù del Cairo onlus

I bambini che vivono in strada affrontano problemi di vario genere nella loro vita quotidiana e questo li porta a diventare vittime di vari tipi di sfruttamento, trovandosi costretti ad aderire alla criminalità organizzata e in alcuni casi a cadere tra le mani dei trafficanti di organi umani. Così i bambini si trovano ad essere vittime della povertà, di abusi, di famiglie divise e di famiglie sfruttatrici che li indirizzano in tenera età al lavoro, della criminalità, dello spaccio di droga ecc. aiutateci a cambiare questa crudele realtà“, è l’appello che lancia Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, già segretario personale di Papa Francesco, nonché presidente dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo onlus, intervistato da Interris.it in merito ai progetti dell’associazione: l’orfanotrofio Oasi della Pietà e il Bambino Gesù Women’s and Children’s Hospital.

L’intervista

Mons. Yoannis Lahzi Gaid, come è nato il progetto dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo?

“È nato dopo la firma del Documento sulla Fratellanza Umana da parte del Santo Padre e del Grande Iman di Al-Azhar Ahmed Al Tayeb, ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019. Nato anche dalla certezza che ogni bambino ha il Sacro Diritto di avere una casa, una famiglia, una reale opportunità di crescere serenamente, umanamente, spiritualmente e professionalmente. Nato dalla certezza che tutto il buio del mondo non può nascondere la luce di una piccola candela. Nato per trasformare il principio della Fratellanza in azione concreta, in carità operosa, in sostegno effettivo ed è per questo che abbiamo ha iniziato la realizzazione e la gestione di due progetti: l’Oasi della Pietà ed il Bambino Gesù Women’s and Children’s Hospital”.

Come associazione state lavorando su diversi fronti: la costruzione dell’Orfanotrofio “Oasi della Pietà” e la realizzazione dell’Ospedale Bambino Gesù del Cairo. A che punto siete?

“L’Oasi della Pietà è una casa di accoglienza che sostiene la crescita dei piccoli ospiti in un ambiente familiare. Nel corso del 2021, nonostante le difficoltà annesse alla pandemia e alla crisi economica, l’Associazione è riuscita a sostenere la conclusione della fase delle fondamenta della struttura, di tutto il sottoterra, della costruzione del primo piano, del secondo e del terzo piano e abbiamo iniziato il quarto piano. Abbiamo dunque raggiunto un avanzamento dei lavori pari al 90% della struttura di cemento e al 45% di tutto il progetto. Il progetto esecutivo dell’Ospedale Bambino Gesù del Cairo conclusosi a maggio del 2020 è stato curato in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e portato avanti da una Comitato ad hoc guidata dallo stesso Ospedale Bambino Gesù di Roma. Speriamo di poter presto iniziarne la costruzione”.

Perché per l’orfanotrofio avete scelto il nome “Oasi della Pietà”?

“Il suo nome è ispirato al dono che Sua Santità Papa Francesco ha benevolmente voluto indirizzare nel 2019 a questo progetto consegnando una copia identica della statua della Pietà di Michelangelo. Anche il logo della nostra Associazione fa riferimento a questo prezioso dono. Il nome rispecchia anche la missione della ‘Casa’ ossia quella di circondare i bambini e i ragazzi di amore e di cura. Farli sentire amati e protetti. Essere per loro un’Oasi di famiglia, di opportunità, di futuro e di crescita umana, spirituale e professionale!”.

Al momento avete attivato una raccolta fondi per reperire le risorse necessarie alla realizzazione e all’allestimento della cucina della casa di accoglienza. Come mai si è scelto di partire proprio dalla cucina?

“Perché la cucina è il cuore di una casa, il luogo in cui la quotidianità si completa di profumi, sapori e nutrimento per i bambini. Per poter assicurare ai piccoli i pasti caldi e un’alimentazione corretta, sicura e sana. Qui posso solo ringraziare Intesa SANPAOLO per aver aderito alla nostra richiesta di aiuto pubblicando sulla loro piattaforma For Funding questa iniziativa. Invito tutti a regalarci anche un euro, un bicchiere, un piatto, una forchetta perché solo con il poco di tanti potremo fare la differenza! Solo così potremo dare a ogni bambino ciò che merita, ossia una vita serena, sicura e tranquilla”.

Qual è l’obiettivo principale del Bambino Gesù Womens’s and Children’s Hospital?

“È quello di essere un’infrastruttura ospedaliera pediatrica modello che si avvarrà del supporto consulenziale, strumentale e formativo dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma per assicurare l’accoglienza e l’assistenza medico-sanitaria ai bambini affetti da patologie e alle donne in gravidanza durante tutto il percorso gestazionale”.

Ci sono altre iniziative in cantiere?

“L’Associazione, nella sua attività di Fundraising, ha ideato un’altra iniziativa che contribuirà a cambiare la vita di un orfano e gli regalerà una dimora. L’iniziativa si chiama ‘Dona una Formella‘ che consiste nel donare una formella alla costruzione dell’Orfanotrofio ‘Oasi della Pietà’. Le formelle tutte insieme compongono il logo dell’Associazione formato dalla statua della Pietà di Michelangelo e su di esse viene inciso il nome del donatore o di altra persona come da volontà espressa. Per aderire basta visitare il nostro sito www.bambinogesu-eg.com”.

Vuole fare una sua conclusione?

“I bambini che vivono in strada affrontano problemi di vario genere nella loro vita quotidiana e questo li porta a diventare vittime di vari tipi di sfruttamento, trovandosi costretti ad aderire alla criminalità organizzata e in alcuni casi a cadere tra le mani dei trafficanti di organi umani. Così i bambini si trovano ad essere vittime della povertà, di abusi, di famiglie divise e di famiglie sfruttatrici che li indirizzano in tenera età al lavoro, della criminalità, dello spaccio di droga ecc. aiutateci a cambiare questa crudele realtà, perché ‘nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite (Iqbal Masih)”.