Udienza, Papa: “In Palestina e Israele non è guerra, è terrorismo”

Preghiamo per il popolo palestinese, preghiamo per il popolo israeliano, perché venga la pace" ha detto Papa Francesco al termine dell'udienza generale dedicata alla gioia dell'annuncio cristiano

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Foto © Vatican News

Il Vangelo è “per tutti, nessuno escluso”. Lo ha detto Papa Francesco in udienza generale. Il Papa ha cominciato l’incontro di oggi in piazza San Pietro facendo salire a bordo della jeep bianca scoperta cinque bambini. Il tema della catechesi è stato: “L’annuncio cristiano è gioia per tutti”: Francesco ha citato l’episodio evangelico della donna cananea.

Papa: “l’annuncio cristiano è gioia per tutti, nessuno escluso”

“L’annuncio cristiano è gioia per tutti”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata a questo tema. “Quando incontriamo veramente il Signore Gesù, lo stupore di questo incontro pervade la nostra vita e chiede di essere portato al di là di noi”, ha spiegato Francesco: “Questo Egli desidera, che il suo Vangelo sia per tutti. In esso, infatti, c’è una potenza umanizzatrice, un compimento di vita che è destinata ad ogni uomo e ogni donna, perché per tutti Cristo è nato, è morto, è risorto. Per tutti, nessuno escluso”.

Poi la citazione dell’Evangelii gaudium, che in questi giorni compie dieci anni: “Tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo. I cristiani hanno il dovere di annunciarlo senza escludere nessuno, non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile. La Chiesa non cresce per proselitismo ma per attrazione”. “Sentiamoci al servizio della destinazione universale del Vangelo – è per tutti – e distinguiamoci per la capacità di uscire da noi stessi”, l’invito di Francesco, secondo il quale “un annuncio, per esser vero annuncio, deve uscire dall’egoismo proprio” e deve avere “la capacità di superare ogni confine”.

Papa: “i cristiani si ritrovano sul sagrato più che in sacrestia”

“I cristiani si ritrovano sul sagrato più che in sacrestia, e vanno per le piazze e per le vie della città”. Ne è convinto il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata all’annuncio, ha affermato che “i cristiani devono essere aperti ed espansivi, i cristiani devono essere estroversi, e questo loro carattere viene da Gesù, che ha fatto della sua presenza nel mondo un cammino continuo, finalizzato a raggiungere tutti, persino imparando da certi suoi incontri”. A questo proposito, Francesco ha citato l’episodio evangelico che narra “il sorprendente incontro di Gesù” con una donna cananea, che lo supplica di guarire la figlia malata. “Questo incontro con questa donna ha qualcosa di unico”, ha spiegato il Papa: “Non solo qualcuno fa cambiare idea a Gesù, e si tratta di una donna, straniera e pagana; ma il Signore stesso trova conferma al fatto che la sua predicazione non debba limitarsi al popolo a cui appartiene, ma aprirsi a tutti”.

Papa: “noi cristiani non siamo dei privilegiati, un gruppetto di eletti di prima classe”

“Noi non possiamo dire che siamo privilegiati nei confronti degli altri: la chiamata è per un servizio, e Dio sceglie uno per arrivare a tutti”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata al tema dell’annuncio. Francesco ha esortato inoltre a “prevenire la tentazione di identificare il cristianesimo con una cultura, con un’etnia, con un sistema. Non è un gruppetto di eletti di prima classe: Dio sceglie qualcuno per chiamare tutti. Questo orizzonte dell’universalità. Il Vangelo non è solo per me, è per tutti, non lo dimentichiamo”. “La Bibbia ci mostra che quando Dio chiama una persona e stringe un patto con alcuni il criterio è sempre questo: elegge qualcuno per raggiungere altri”, ha ricordato Francesco: “Questo è il criterio di Dio, della chiamata di Dio. Tutti gli amici del Signore hanno sperimentato la bellezza ma anche la responsabilità e il peso di essere scelti da Lui. Tutti hanno provato lo scoraggiamento di fronte alle proprie debolezze o la perdita delle loro sicurezze. Ma la tentazione più grande è quella di considerare la chiamata ricevuta come un privilegio: per favore no, la chiamata non è un privilegio, mai!”.

Il Papa: “In Palestina e Israele non è guerra, è terrorismo”

Il Papa, alla fine dell’udienza generale, ha riferito di avere incontrato due delegazioni, una israeliana e una palestinese. “Ho sentito come soffrono ambedue”. “Le guerre fanno questo ma qui siamo andati oltre le guerre: questa non è guerra, è terrorismo. Per favore andiamo avanti per la pace, pregate per la pace”, ha chiesto Papa Francesco. “Pregate tanto per la pace. Che il Signore metta mano lì, che il Signore ci aiuti a risolvere i problemi e a non andare avanti con le passioni che alla fine uccidono tutti”. “Preghiamo per il popolo palestinese, preghiamo per il popolo israeliano, perché venga la pace”, ha concluso il Papa.

Fonte: AgenSIR