Proprio il Presidente sudafricano Jacob Zuma, secondo quanto comunicato dalla sua fondazione, ha giudicato “inadeguata” l’attuale traduzione del testo biblico in lingua zulu e ad esprimere la necessità di una traduzione diretta “dall’ebraico e dall’aramaico”. Un giudizio condiviso anche dal vescovo della diocesi di Mariannhill, nel KwaZulu-Natal, poichè l’attuale versione risale al 1959 ed è stata effettuata partendo da un’altro testo tradotto nella lingua locale xhosa. La fondazione del Presidente sosterrà quindi la Chiesa Cattolica con oltre 35 milioni di euro per questo scopo.
A sostenere l’iniziativa anche monsignor Pius Mlungisi Dlungwane secondo cui il testo attuale non ha “le sfumature e la musicalità” proprie dell’idioma zulu, una nuova versione costituirebbe “uno strumento fondamentale per l’evangelizzazione, rivolto sia ai fedeli che agli studiosi” e sarebbe vista dal governo come un passo fondamentale nella promozione di tutte le lingue ufficiali sudafricane, in particolare della lingua zulu che è la più diffusa, parlata dall’80% degli abitanti.
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