Sorondo: “Il traffico d’organi è un crimine contro l’umanità”

Uno degli aspetti più inquietanti legati alla tratta di esseri umani è quello del traffico di organi. Per discuterne oggi e domani 50 esperti medici e istituzionali provenienti da tutto il mondo sono riuniti in Vaticano nell’Accademia delle Scienze. Un fenomeno in crescente aumento che il cancelliere dell’Accademia, mons. Marcelo Sanchez Sorondo, non ha esitato a definire un “crimine contro l’umanità”. Già lo scorso 27 gennaio mons. Jurkovic, osservatore permanente della S. Sede presso l’Onu a Ginevra, aveva chiesto la messa al bando da parte dei governi del traffico di organi e del turismo dei trapianti. Questo è anche l’obiettivo del convegno in corso alla Casina di Pio IV.

“Siamo riusciti anche ad aprire la discussione alle Nazioni Unite e questo ha fatto sì che, per la prima volta nella storia dell’Onu, sia stato riconosciuto che esiste la piaga del traffico umano, che si manifesta nelle nuove forme di schiavitù, nella forma del lavoro forzato, specialmente dei bambini, e nella forma anche del traffico di organi – ha dichiarato alla Radio Vaticana mons. Sorondo – Adesso i 193 Paesi che sono al Palazzo di Vetro hanno un nuovo imperativo morale. Naturalmente la prima cosa che tutti hanno osservato oggi è che c’è molto silenzio intorno ad esso! Si tratta di una pratica che non si può fare senza la complicità dei medici e quindi abbiamo affrontato il tema della coscienza dei medici. Soluzioni pratiche? Intanto dire chiaramente che questo è un crimine contro l’umanità, perché se non si dice questo la gente si confonde”.

“Estrarre un organo ad una persona, nel modo così cosciente come si fa, è un delitto contro l’umanità – ha ribadito il cancelliere nel suo discorso introduttivo – Bisogna che le legislazioni trovino un accordo su questo, ci sono già delle leggi ma non sono sufficienti. Le multinazionali sono più veloci delle leggi e approfittano delle circostanze”.

Non è mancato un riferimento alla Cina e alle polemiche legate alla presenza di una delegazione composta da due esponenti del governo tra cui uno, il presidente del Comitato nazionale per la donazione e il trapianto di organi, coinvolto nell’espianto forzato di organi da condannati a morte. Nei giorni scorsi più voci si erano levate contro la S. Sede, accusata di “avallare” in questo modo l’operato della Cina. Ma lo stesso Pontefice avrebbe confermato l’invito alla delegazione, chiedendo però alle autorità del colosso asiatico di eliminare le sale operatorie nelle carceri.

“Qualcuno può pensare che la S. Sede copra le cattive pratiche della Cina ma non è così – ha detto nel suo intervento mons. Sorondo – mentre l’effetto positivo della presenza della delegazione è rafforzare la posizione attuale del governo cinese, del presidente e dei ministri che vogliono realmente operare un cambiamento, rispettare la dignità umana e impedire l’attuale pratica della vendita di organi di prigionieri”.

Al termine del summit è prevista una dichiarazione per chiedere l’impegno formale dei governi a contrastare il traffico di organi.