Caritas, risposta solidale alla siccità e alla fame in Somalia

Il vescovo Bertin: "La Chiesa è vicina al popolo e compie passi avanti di dialogo con il nuovo governo"

Somalia

Sos Somalia. All’agenzia missionaria vaticana Fides parla monsignor Giorgio Bertin. Amministratore apostolico di Mogadiscio. E vescovo di Gibuti La Somalia ha iniziato un nuovo corso a maggio. Con la vittoria alle elezioni presidenziali di Hassan Sheikh Mohamud. “Bisogna avere uno standard elevato di rispetto dei diritti e delle differenze. A partire da quelle religiose- osserva il presule-. Il rapporto con la Chiesa cattolica è fondamentale. E speriamo che il diritto di culto ci sia concesso. Sarebbe un gran passo avanti. Tale diritto, infatti, di fatto non è garantito. L’insicurezza generale di questi anni ci impedisce di ricostruire la cattedrale. E di avere culto pubblico“.Somalia

Allarme Somalia

Monsignor Giorgio Bertin rileva “la fragilità del governo“. E, osserva, “potrebbe essere un rischio per l’esecutivo concedere aperture che potrebbero essere giudicate eccessive verso la Chiesa. Almeno in questa fase”. Nel frattempo, sottolinea il vescovo, “siamo vicini al popolo somalo. Vogliamo lanciare una campagna di aiuti insieme a Caritas Somalia, Caritas Irlanda e Caritas Usa. Per dare un’immediata risposta alla siccità e alla fame”. Inoltre “per il momento il nuovo governo somalo sta mostrando buona volontà. E sembra che il processo politico cominci a funzionare. Se si tiene conto che la Camera bassa ha dato il via libera all’unanimità all’esecutivo. Presentato da Hamza Abdi Barre. Il nuovo primo ministro della Somalia. Questo è senza dubbio un grande successo. Specialmente se si considerano le tante divisioni che finora hanno caratterizzato la Somalia”. La tornata elettorale era stata più volte rimandata. E si era temuto che non sarebbe mai arrivato il necessario compromesso tra le parti politiche.