San Bernardino da Siena e il Cristogramma

La devozione al Santissimo nome di Gesù portò il santo a inventare un Trigramma: IHS, ossia "“Iesus Hominum Salvator"

San Bernardino da Siena Cristogramma
Foto di Andrew Martin da Pixabay

Il 20 maggio la Chiesa ricorda la figura di San Bernardino da Siena (1380-1444) francescano e teologo e gran predicatore dell’Ordine dei frati Minori. Egli era nato a Massa Marittima, vicino Grosseto, da una nobile famiglia di origine senese, gli Albizzeschi. All’età di sei anni rimane orfano di entrambi i genitori, si trasferisce dalle zie a Siena e qui studia grammatica, retorica e, dal 1396 al 1399, frequenta l’Università conseguendo il dottorato in filosofia e diritto. L’8 settembre del 1402 decide di entrare come novizio nel convento di San Francesco a Siena e successivamente viene inviato vicino il Monte Amiata, nel piccolo paese di Seggiano, dove era presente la chiesa soprannominata il Colombaio e dove nel 1404, riceve l’ordinazione sacerdote. Nel 1405 fu nominato predicatore dal Vicario dell’Ordine e fece ritorno a Siena.

L’invenzione del Cristogramma

Qualche anno più tardi intraprende l’attività di predicatore, e tante erano le persone che lo seguivano e ascoltavano, che le stesse chiese non potevano contenerle e fu costretto a radunarle nelle piazze. Tutta la sua predicazione era incentrata sulla devozione al Santissimo Nome di Gesù. Quest’amore verso Gesù, lo portò ad inventare e poi a disegnare su delle tavolette di legno un “Trigramma”, consistente in un sole d’oro raggiante, su sfondo azzurro e sopra incise le lettere “IHS” , con il significato di “Iesus Hominum Salvator“, vale a dire Gesù Salvatore dell’ umanità.

Il colore azzurro simboleggiava l’umanità, mentre l’oro la divinità; e le tavolette venivano fatte baciare a coloro che ascoltavano le prediche di Bernardino da Siena, che spesso le teneva nella Piazza del Campo, della città toscana e proprio durante la sua predicazione, Bernardino invitava l’uditorio ad apporre sulle facciate delle case il simbolo “IHS”. “Il nome di Gesù è la luce dei predicatori, perché illumini di splendore l’annunzio e l’ascolto delle sue parole. Donde credi si sia diffusa in tutto il mondo una luce di fede così grande, repentina e ardente, se non fu predicato Gesù?”.

Le prediche in Piazza del Campo

Le “Prediche volgari” di San Bernardino sono una raccolta di 45 sermoni, che egli tenne a Siena nel 1427 in Piazza del Campo. Si iniziava all’alba, così tutti potevano ascoltarlo. Fu innalzato un altare per la celebrazione della Messa tra due finestre del Palazzo Comunale e venne costruito un pulpito: a sinistra stavano gli uomini e a destra le donne, separati da un tendone, affinché gli uomini non si distraessero. In queste “prediche” venivano trattati di preferenza argomenti morali e politici ma egli parlava di tutto, dalle divisioni dell’epoca tra le fazioni dei Guelfi e Ghibellini, che spargevano il sangue per le varie contrade, agli affetti familiari, al comportamento degli avari e degli usurai, e all’importanza della pace; non potevano mancare riferimenti a S. Francesco e alla Vergine.

Il monito sulla necessità di ascolto

“Dio ha dato due orecchie et una lingua, perché tu oda più che tu non parli”: in questa frase di S. Bernardino, c’è un chiaro monito affinché si ascolti con attenzione e si rifletta nel parlare. Nel 1438 fu nominato Ministro Generale dell’Ordine Francescano, e si propose di rinnovare la regola francescana, promuovendo la dottrina teologica e giuridica dei frati, specialmente per quanto riguardava i predicatori e i confessori. Morì a L’Aquila il 20 maggio del 1444, dopo che il vescovo della città abruzzese Amico Agnifili (1398-1476) aveva invitato Bernardino per aiutarlo a riconciliare le fazioni in lotta della città. Papa Niccolo V (1447-1455) lo proclamò santo, dopo appena sei anni, il 24 maggio del 1450, le spoglie mortali del santo riposano nella basilica a lui dedicata a L’Aquila.