Muller: “Inaccettabile dire che la Riforma fu un evento dello Spirito Santo”

Dopo 500 anni “non è più il tempo della polemica” ma è inaccettabile dire che “la riforma di Lutero fu un evento dello Spirito Santo”. Il cardinale Gerhard Muller, prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della fede, non nomina mai mons. Nunzio Galantino ma cita letteralmente le sue parole per smorzare gli entusiasmi eccessivi intorno alla figura di chi, di fatto, ha spaccato la Chiesa. Il porporato ha pubblicato un interessante articolo su La Nuova Bussola Quotidiana, il sito “conservatore” diretto da Riccardo Cascioli, che appare una risposta alle dichiarazioni rese dal segretario della Cei durante un convegno organizzato nei giorni scorsi all'Università Lateranense. “La Riforma – aveva sottolineato mons. Galantino – risponde alla verità espressa nella formula 'Ecclesia semper reformanda'. E' stato lo stesso Lutero a non ritenersi artefice della Riforma scrivendo: 'mentre io dormivo, Dio riformava la Chiesa'”.

Grande confusione

Molto diverso il parere del cardinale Muller che non esita a parlare di “grande confusione oggi nel parlare di Lutero, e bisogna dire chiaramente che dal punto di vista della teologia dogmatica, dal punto di vista della dottrina della Chiesa non fu affatto una riforma, ma una rivoluzione, cioè un cambiamento totale dei fondamenti della fede cattolica”. Riferendosi ad “abusi e azioni cattive” il porporato fa notare che ci sono sempre stati, anche ora, ma che  “siamo la Chiesa santa a causa della Grazia di Dio e dei sacramenti, ma tutti gli uomini di Chiesa sono peccatori“.

Dottrina rivoluzionata

Muller ricorda che “Lutero ha lasciato dietro di sé tutti i princìpi della fede cattolica, della Sacra Scrittura, della Tradizione apostolica, del magistero del Papa e dei Concili, dell’episcopato”. E' arrivato “a negare il sacramento quale segno efficace della grazia che vi è contenuta; ha sostituito questa efficacia oggettiva dei sacramenti con una fede soggettiva. Qui Lutero ha abolito cinque sacramenti, ha anche negato l’Eucarestia: il carattere sacrificale del sacramento dell’Eucarestia, e la reale conversione della sostanza del pane e del vino nella sostanza del corpo e del sangue di Gesù Cristo. E ancora: ha definito il sacramento dell’ordine episcopale, il sacramento dell’ordine, una invenzione del Papa – definito l’Anticristo – e non parte della Chiesa di Gesù Cristo”. E' questo il motivo per cui “non possiamo accettare che la riforma di Lutero venga definita una riforma della Chiesa in senso cattolico” perché di fatto è “una nuova fondazione, una nuova Chiesa”.

Contro lo Spirito Santo

“È perciò inaccettabile affermare che la riforma di Lutero 'fu un evento dello Spirito Santo'. È il contrario, fu contro lo Spirito Santo” afferma il cardinale che poi mette in guardia dalle “tante voci che parlano troppo entusiasticamente di Lutero, non conoscendo esattamente la sua teologia, la sua polemica e gli effetti disastrosi di questo movimento che ha rappresentato la distruzione dell’unità di milioni di cristiani con la Chiesa cattolica. Noi possiamo valutare positivamente la sua buona volontà, la lucida spiegazione dei misteri della fede comune ma non le sue affermazioni contro la fede cattolica”. E secondo Muller “non è corretto neanche affermare che Lutero aveva inizialmente buone intenzioni“, né che “la Chiesa abbia rifiutato il dialogo“. Piuttosto, “non si devono confondere sbagli personali, i peccati delle persone della Chiesa con errori nella dottrina e nei sacramenti” mentre “nella confusione odierna in tanti sono arrivati invece a capovolgere la realtà: ritengono il papa infallibile quando parla privatamente, ma poi quando i papi di tutta la storia hanno proposto la fede cattolica dicono che è fallibile”.

Effetto disastroso

In conclusione, il cardinale ammette che dopo mezzo millennio “non è più il tempo della polemica ma della ricerca della riconciliazione”. Non però “a costo della verità (…) Una cosa è il desiderio di avere buone relazioni con i cristiani non cattolici di oggi (…); un’altra cosa è l’incomprensione o la falsificazione di ciò che è successo 500 anni fa e dell’effetto disastroso che ha avuto”.