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Le due “periferie” dei presuli marocchini: dialogo con Islam e migrazione

“Noi viviamo pacificamente e serenamente con i musulmani. E’ vero che in altre parti del mondo non è così, ma da noi in Marocco, Algeria e Tunisia la situazione è normale”. E’ quanto dichiarato da monsignor Vincent Landel, vescovo di Rabat, capitale del Marocco, in un’intervista a Radio Vaticana. Il presule, pur non nascondendo le preoccupazioni per l’avanzare dell’Isis e l’assassinio dei 21 copti in Libia, ha affermato “che non bisogna vivere sempre nella paura, non bisogna farsi prendere dal panico. Il mio grande timore è che si cerchi di risolvere i problemi con la forza”. Dinanzi all’emergenza immigrazione, secondo monsignor Landel, “siamo al centro di due sfide pastorali”, “due periferie nei nostri Paesi”. “C’è la periferia dell’incontro dei cristiani con i musulmani – ha soggiunto –. Questa è una grande sfida per il mondo di oggi. La seconda sfida è quella delle migrazioni, perché i nostri quattro Paesi sono tutti corridoi migratori”.

“E’ necessario – ha continuato – che i cristiani siano ben formati, non avere paura dell’Islam e poi impegnarsi con determinazione per lo sviluppo del Marocco, della Tunisia, dell’Algeria e della Libia in modo che possano diventare motori di sviluppo anche per altri Paesi. Abbiamo quindi una grande responsabilità e abbiamo bisogno dell’Europa: non di un’Europa sorda e cieca, ma di un’Europa che abbia un cuore aperto e che sia piena di speranza”. La Conferenza Episcopale del Nord Africa, che in questi giorni è in visita “ad limina”, per voce del vescovo di Rabat, infine desidera comunicare all’opinione pubblica e allo stesso Vaticano che “si può vivere felici e essere cristiani in un contesto musulmano, quindi vivere la nostra fede, ma allo stesso tempo lavorare insieme ai nostri fratelli musulmani, avere fiducia in loro e con loro guardare con speranza al futuro dei nostri Paesi”.

Stefano Cicchini

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