LA CEI CONTRO IL PRECARIATO: “NEI DISOCCUPATI C’E’ IL CRISTO CHE SOFFRE”

La Commissione Episcopale per  i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace lancia un Messaggio in occasione del primo maggio, dicendo che il precariato è la situazione in cui si trovano in molti, soprattutto alle periferie della società, e che “più di tutto richiede premura”. Infatti, senza lavoro “non c’è famiglia, non c’è dignità umana”, sottolineando che sono ancora troppi tra i giovani a non avere una dignità nelle situazioni lavorative.

“In tante famiglie le reti sono e restano vuote”, si legge, un dramma che ci fa comprendere le parole del Papa: “L’evolversi dell’idolatria del denaro ci sta facendo affogare nella rovina e nella perdizione”. La Commissione continua a dire che il grido dei precari è realmente la periferia che più di tutte chiede premura, la stessa di “San Giuseppe nella bottega di Nazareth”. Perché nei tanti disoccupati “c’è realmente il Cristo che soffre, che “consoffre”, lui, il Figlio dell’uomo che non ha dove posare il capo.”

Invitano poi tutte le comunità cristiane a sostare in una Veglia di riflessione e preghiera per queste situazioni difficili, per le fragilità e precarietà sia dell’anima che lavorative, con “cuore attento e vigilante”. È proprio la Chiesa, in quanto “esperta di umanità”, che deve sentire il bisogno di “spezzare il pane, perché con cinque pani si possa nutrire il pianeta”. Nel messaggio si sottolinea poi che ogni cristiano dovrebbe essere una “presenza umanizzante”, che come il Cireneo,  si “fa carico anche delle croci degli altri sul cammino della vita”.