Siamo tutti preoccupati per i vasti incendi che si sono sviluppati in Amazzonia. Preghiamo perché, con l’impegno di tutti, siano domati al più presto. Quel polmone di foreste è vitale per il nostro pianeta”. Con queste parole Papa Francesco esprime la sua preoccupazione per i roghi a catena che stanno devastando la regione amazzonica, invitando i fedeli, al termine dell'Angelus, a unirsi alla sua preghiera e al suo appello affinché le parti in causa giungano a una presa di coscienza che sostituisca lo sfruttamento di quelle zone a discapito della salute della Terra stessa, con un'azione di tutela e salvaguardia. Un appello lanciato al termine di una riflessione incentrata sul passo evangelico in cui Gesù “passa insegnando per città e villaggi, diretto a Gerusalemme, dove sa che deve morire in croce per la salvezza di tutti gli uomini”. Un viaggio durante il quale “un tale si rivolge a lui chiedendo: 'Signore, sono pochi quelli che si salvano?'”.
Il quesito che il viandante pone a Gesù viene capovolto, collocando “la risposta sul piano della responsabilità, invitandoci a usare bene il tempo presente. Dice infatti: 'Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno'”. Non è questione di numero, perché “non c’è il 'numero chiuso' in Paradiso. Ma si tratta di attraversare fin da ora il passaggio giusto, che c’è, per tutti, ma è stretto. Questo è il problema. Gesù non vuole illuderci… Ci dice le cose come stanno”. E per passaggio stretto si intende che “per salvarsi bisogna amare Dio e il prossimo, e questo non è comodo… E' una 'porta stretta' perché è esigente, richiede impegno, anzi, 'sforzo', cioè una volontà decisa e perseverante di vivere secondo il Vangelo”.
Il Signore, ha spiegato il Santo Padre, “ci riconoscerà non per i nostri titoli, ma per una vita umile e buona, una vita di fede che si traduce nelle opere”. Questo, per i cristiani, “significa che siamo chiamati a instaurare una vera comunione con Gesù, pregando, andando in chiesa, accostandoci ai Sacramenti e nutrendoci della sua Parola. Questo ci mantiene nella fede, nutre la nostra speranza, ravviva la carità. E così, con la grazia di Dio, possiamo e dobbiamo spendere la nostra vita per il bene dei fratelli, lottare contro ogni forma di male e di ingiustizia”.
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