Galantino: “Non sono stato sconfitto io alle elezioni”

Forse qualcuno non se n'è accorto, ma io non ero candidato: non è stato sconfitto Galantino, come qualcuno ha scritto, né la Chiesa. Il motivo che porta la Chiesa, il S. Padre a parlare di accoglienza è unicamente biblico, evangelico. 'Ero forestiero e mi avete ospitato' è scritto nel Vangelo, non in un programma politico“. I risultati delle elezioni del 4 marzo sono stati inevitabilmente al centro della conferenza stampa del segretario della Cei mons. Nunzio Galantino a conclusione del Consiglio permanente. E in particolare lo “scollamento” tra le indicazioni della Chiesa italiana, ampiamente favorevole all'accoglienza (e allo ius soli…) e i cattolici che hanno indubbiamente sostenuto i partiti “anti-immigrazione”: “Penso che proprio quanto è avvenuto – ha detto l'arcivescovo rispondendo a una domanda di In Terris – dimostri la necessità di impegnarsi ancora di più non a lottare contro chi non la pensa come noi ma per superare il vero problema: non riusciamo a far passare l'idea che un povero Cristo, a prescindere dal colore della pelle, non può trovare chiuso il mio cuore, il cuore della Chiesa. E attenzione – ha ammonito mons. Galantino – non si tratta solo dell'immigrato. E' la stessa sensibilità che ci porta a interessarci della famiglia, della famiglia fragile. Un vescovo del nord Italia in questi giorni ci raccontava, e la sua testimonianza è stata confermata da molti altri, che l'assistenza fornita dalle Caritas è rivolta per il 60% alle famiglie italiane, per un'altra quota a famiglie miste e solo per il 25-30% a nuclei di immigrati”.

Il segretario della Cei ha anche fatto il punto sulla marginalità dei cattolici, “spariti” dalla scena politica: “Purtroppo non è una novità di oggi – ha affermato – ma frutto di un trend che già esisteva”. Occorre dunque ripensare l'associazionismo in una misura che vada “oltre la semplice riorganizzazione, che non spetta a noi: ormai è assodato, non so fino a che punto condiviso, che non è ruolo di vescovi indicare simboli o inserire persone nei partiti. Certamente il Consiglio ha preso atto di una insufficiente preparazione e sensibilità anche politica nei nostri ambienti. E questo – ha proseguito – non si deduce solo dalla mancata elezione di cattolici in Parlamento. E' necessario un impegno da parte dei laici affinchè il Vangelo diventi sempre di più 'mentalità' di Vangelo. C'è la sacrosanta esigenza di guardare il Cielo con i piedi ben piantati sulla terra, che è fatta di bisogni, di urgenze. Il tema della formazione torna con grande forza, bisogna investire in questo. Ci sono realtà di questo tipo ma evidentemente sono insufficienti per essere presenti nell'areopago contemporaneo”.

Riprendendo le parole del discorso conclusivo del presidente della Cei, cardinale Bassetti, mons. Galantino non ha nascosto la preoccupazione per la situazione politica: “Siamo preoccupati come tutti – ha affermato – vogliamo soluzioni che rispondano al grosso disagio espresso dal voto. Chiunque sarà investito della responsabilità di governare dovrà rispondere realisticamente ai bisogni da cui è nato quello che è stato definito un voto di protesta. Quale che sia la formazione di governo, auspichiamo che abbia occhi, cuore e testa per rispondere alle domande di chi ha dato loro il consenso”.