Allarme Acs per “la situazione dei cristiani di Terra Santa”

"Continuate ad aiutarci, tutti hanno davvero bisogno. A Gaza, a Betlemme, Gerusalemme est, Cisgiordania, Ramallah, Gerico, tutti hanno bisogno. La solidarietà è fondamentale in questo momento critico", afferma padre Ibrahim Faltas

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Foto di Emad El Byed su Unsplash

Cristiani in pericolo. Padre Ibrahim Faltas, frate francescano, è Direttore delle scuole della Custodia di Terra Santa e della Casa Nova di Gerusalemme, e Consigliere della stessa Custodia. In un colloquio con “Aiuto alla Chiesa che Soffre” il religioso descrive il dramma che la comunità cristiana sta vivendo nella Striscia di Gaza e in tutto il Medio Oriente. In particolare, riferendosi alla Striscia di Gaza, dove la maggior parte dei circa 1.000 cristiani presenti ha trovato rifugio nella parrocchia latina della Sacra Famiglia di Gaza, Padre Faltas racconta ad Acs che “la situazione è sempre grave, con migliaia di morti ufficiali. Ma la realtà potrebbe essere ancor più devastante. Persone intrappolate sotto le macerie, corpi non sepolti dignitosamente. E un numero impressionante di feriti senza possibilità di cure“. Oggi si contano circa 40.000 bambini rimasti orfani. Mentre la comunità cristiana è ridotta a circa 800 persone. Le condizioni sono disperate, si lotta per sopravvivere. Ma nonostante tutto padre Ibrahim sottolinea la forza della fede dei cristiani di Gaza: “Abbiamo il perdono, un principio che manca ai musulmani e agli ebrei. Dobbiamo lavorare per la pace e la giustizia, insegnamenti di Gesù che i cristiani di Gaza incarnano. Rifiutando atti di violenza nonostante le sofferenze subite”.

Cristiani in pericolo

Il conflitto sta avendo un impatto significativo anche sulla Cisgiordania, dove i cristiani di Betlemme sono privati del reddito a causa della mancanza di turismo e della fuga dei cristiani stessi da questa regione. Fenomeni che minacciano di trasformare i luoghi sacri in meri musei. Oggi si contano circa 400 morti, 6.000 arresti e gravi distruzioni in molte città, comprese Jenin, Betlemme, Tulkarm e Hebron. Crescono le minacce anche a nord, con il conflitto tra Hezbollah e Israele che si espande e la crisi che coinvolge il Mar Rosso e l’Iran. A fronte di ciò, la Chiesa locale si impegna a sostenere la popolazione, ma le risorse sono limitate. “Abbiamo bisogno di tutto, cibo, acqua. I cristiani a Gaza hanno perso le case, non sanno come comprare il pane, soprattutto a Betlemme“, prosegue Padre Ibrahim.

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Alessandro Monteduro, Direttore ACS Italia (Foto: @acs_italia)

Impegno Acs

“Aiuto alla Chiesa che Soffre” fornirà al Patriarcato latino di Gerusalemme 500.000 euro tra gennaio e aprile 2024. Portando gli aiuti totali a quasi 700.000 euro. Di questi, 300.000 euro saranno destinati ai cristiani a Gaza, mentre il resto supporterà le famiglie in Cisgiordania e Gerusalemme Est. Il religioso conclude con un appello: “Continuate ad aiutarci, tutti hanno davvero bisogno. A Gaza, a Betlemme, Gerusalemme est, Cisgiordania, Ramallah, Gerico, tutti hanno bisogno. La solidarietà è fondamentale in questo momento critico”.