San Paolo VI: orientamenti educativi per la formazione al celibato sacerdotale

La formazione al celibato consacrato rappresenta un "impegno ineludibile per gli educatori". Sia della comunità familiare e parrocchiale sia della comunità del seminario. Perché "su di loro ricade la responsabilità formativa dei candidati alla vita ecclesiastica"

Chiesa

San Paolo VI, nell’enciclica “Sacerdotalis caelibatus” spiega le “ragioni profonde del sacro celibato”. 47 anni fa la Congregazione per l’Educazione Cattolica pubblicò gli orientamenti educativi. Per la formazione al celibato sacerdotale.celibato

Il senso del celibato consacrato

La formazione al celibato consacrato rappresenta un “impegno ineludibile“. Per gli educatori. Sia della comunità familiare e parrocchiale. Sia della comunità del seminario, Perché “su di loro ricade la responsabilità formativa dei candidati alla vita ecclesiastica“. Il problema della formazione al celibato va qui considerato principalmente sotto l’aspetto umano. Alla luce delle scienze dell’educazione. Ma “i giovani dovranno convincersi di non poter percorrere la loro difficile via senza un’ascesi particolare. Superiore a quella richiesta a tutti gli altri fedeli. Propria degli aspiranti al sacerdozio“.celibato

Coltivare l’amore

Fin dagli anni del seminario, quindi, “imparino ad applicarsi. Innanzi tutto, a coltivare  la loro intimità con Cristo. Con tutto l’amore che la grazia ad essi ispira. Esplorandone l’inesauribile e beatificante mistero. Acquistino un senso sempre più profondo del mistero della Chiesa. Al di fuori del quale il loro stato di vita rischierebbe di apparire ad essi inconsistente e incongruo“, raccomanda il documento pontificio. Inoltre “il celibato sacerdotale è vissuto in modalità diverse. Secondo l’evolversi della storia. Esso deve essere una testimonianza salvifica. Offerta agli uomini. Secondo le loro attuali esigenze spirituali. Le scienze dell’uomo (in particolare la pedagogia, la psicologia e la sociologia) sono in continuo approfondimento. E vanno alla ricerca di “nuove metodologie, sia teoriche sia pratiche”. Perciò l’opera educativa deve essere attenta a “ricercare un continuo personale aggiornamento“. E a “leggere i segni dei tempi. Nella comunità umana e cristiana d’oggi”.