A MAGGIO LA CANONIZZAZIONE DI MARIAM BAOUARDY, UNA SANTA PER IL POPOLO PALESTINESE

La Chiesa del Medio Oriente esulta per la prossima canonizzazione della carmelitana Maria di Gesù crocifisso (Mariam Baouardy) infonderà speranza e coraggio nei cuori e nelle menti dei cristiani sofferenti e perseguitati. “Noi preghiamo affinché la sua intercessione porti pace in quella terra lacerata dal conflitto” ha spiegato Marie Gemma Ocd, priora del monastero carmelitano Prem Jyot a Baroda. La beata e mistica palestinese il prossimo 17 maggio sarà proclamata santa da papa Francesco.

Nata a I’billin, in Galilea, il 5 gennaio 1846, è cresciuta in una famiglia cattolica greco-melchita di origini libanesi. Rimasta orfana molto piccola, sarà uno zio a prenderla in affidamento e dopo qualche anno si trasferirono ad Alessandria d’Egitto. Verso i dodici anni fu fidanzata a sua insaputa, secondo l’uso orientale ad un cognato dello zio, motivo che la spingerà a scappare di casa. Nella fuga viene aggredita e quasi uccisa da un musulmano, che voleva farle rinnegare la sua fede e al quale Mariam rispose: “Musulmana io? Mai! Sono figlia della Chiesa Cattolica e spero di restare tale per tutta la vita”. La sua determinazione imbestialì l’uomo che le sferrò un violento calcio facendola stramazzare a terra e poi con la spada le diede un fendente alla gola. Si risveglia in una grotta, accudita da una donna nella quale riconosce la Madonna. In quel tempo, in cui la piccola dichiara di aver vissuto come in un sogno e di essere convinta si trattasse del Paradiso, vede i genitori che le dicono: “Il tuo libro non è ancora tutto scritto”.

Una volta ripresa la ragazza, decise di lasciare la famiglia adottiva e si trasferisce tra Alessandria e Gerusalemme, per poi arrivare all’età di 19 anni a Marsiglia. Qui entrerà in contatto con le suore di San Giuseppe dell’Apparizione e verrà presto indirizzata verso l’ordine fondato da Teresa d’Avila. Nel 1870 avviò il monastero carmelitano di Mangalore in India, ed è qui che pronuncerà un anno dopo i suoi voti perpetui. Quattro anni dopo è a Gerusalemme per fondare un nuovo convento. A soli 32 anni la giovane Mariam muore in seguito ad una brutta caduta.

“Gli arabi cristiani – ha siegato suor Marie Gemma – sono stati una parte importante della storia della Chiesa e la loro sparizione sarebbe disastrosa per lo stesso popolo arabo. Possa suor Maria di Gesù crocifisso pregare per il mondo arabo, cristiano e musulmano. Possa continuare a ispirare, guidare e sfidare noi tutti sulla strada che porta alla Gerusalemme celeste. Impariamo dalla vita di questa ‘piccola araba’ carmelitana”.