Sembra che alcuni influenti settori della società irlandese siano attraversati da un impeto di irrefrenabile rinnegamento delle proprie radici cristiane. Il Times ha reso noto che le agenzie cattoliche di consulenza matrimoniale saranno obbligate ad accettare clienti omosessuali, altrimenti perderanno i finanziamenti pubblici e rischieranno seriamente la chiusura.
“Il Governo sta minacciando di ritirare milioni di euro di finanziamenti pubblici – riporta il quotidiano britannico – a meno che i servizi di consulenza non accettino di cambiare la loro vecchia politica che esclude le coppie dello stesso sesso dai loro servizi per motivi religiosi”. Nel 2016 il servizio di consulenza gestito dalla Conferenza episcopale irlandese, Accord, ha ricevuto circa 1,5milioni di euro, un quarto dei 6milioni elargiti complessivamente per questi servizi dal Dipartimento per l'Infanzia e i Giovani.
Ora però il robusto rubinetto potrebbe essere chiuso. La Tulsa, l'ufficio governativo che si occupa di Famiglia e che ha l'incarico di sorvegliare sulla distribzione di questi fondi, ha rivisto i criteri necessari per poter accedere ai sussidi dello Stato. E ha stabilito che dal 2018 tutte le agenzie di consulenza matrimoniale dovranno rispondere a standard “non discriminatori”. Tradotto: dovranno accogliere coppie eterosessuali, ma anche coppie di persone dello stesso sesso, che dal 2015 in Irlanda possono sposarsi. Secondo la Tulsa è necessario che “i fornitori di servizi che ricevono denaro pubblico rispettino la legislazione irlandese sull'uguaglianza“.
L'imposizione potrebbe estirpare una struttura consolidata e capillare come quella di Accord, che ha 58 centri in tutte le diocesi d'Irlanda. “Il suo ministero – si legge sul sito del servizio di consulenza – si occupa principalmente del sostegno al sacramento del matrimonio, aiutando le coppie a prepararsi al matrimonio”. Non solo, Accord si impegna anche ad offrire consigli alle coppie già sposate su temi come fertilità e sessualità tenendo fede all'insegnamento della Chiesa. L'obiettivo di Accord – si legge ancora – “è promuovere una migliore comprensione del matrimonio cristiano e aiutare le coppie ad avviare, sostenere ed arricchire il loro impegno reciproco nella vita familiare”.
Il Catechismo della Chiesa cattolica afferma che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati”, che “le persone omosessuali sono chiamate alla castità” e che il matrimonio è tra un uomo e una donna aperti alla vita e all'educazione della prole. Ora Accord si trova davanti a un bivio: negoziare i principi o tirare giù la saracinesca.
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