Discariche in Italia: ennesima bocciatura dell’Unione Europea

L’Italia è bocciata dalla corte di giustizia dell’Unione Europea che la ha condannata per il trattamento “inadeguato dei rifiuti in diverse discariche di Roma e Latina”. In particolare la sentenza emessa a Lussemburgo riguarda il centro di smaltimento dei rifiuti di Malagrotta, Colle Fagiolara, Cupinoro, Montecelio-Inviolata e Fosso Crepacuore (a Roma) e altre due ubicate a Borgo Montello nei pressi di Latina. Le direttive Ue si riferiscono a due violazioni sul trattamento dei rifiuti (1999/31/Ce e 2008/98/Ce) che indagano sui sei siti accusati di non operare in maniera adeguata la differenziazione delle diverse sezioni e la stabilizzazione della frazione organica dei rifiuti urbani.

L’Italia, afferma la corte di Giustizia, viola le norme sulla mancata creazione, nella Regione Lazio, di una rete integrata ed adeguata di impianti di gestione dei rifiuti, tenendo conto delle migliori tecniche disponibili. L’indagine della Commissione, focalizzata inizialmente su Malagrotta, era cominciata nel 2009. Il fatto più grave però si verifica nel marzo 2011 quando le autorità italiane avevano tentato di sfuggire alla procedura d’infrazione, sostenendo che “tutti i rifiuti conferiti in discarica a Malagrotta dovevano essere considerati come rifiuti trattati”.

La Corte ha dato ragione alla Commissione europea, che non aveva accettato l’argomentazione italiana, sottolineando come “la mera triturazione o compressione dei rifiuti indifferenziati, senza un’adeguata selezione e una qualche forma di stabilizzazione delle diverse frazioni dei rifiuti, non risponde agli obiettivi della direttiva Ue”. Ciò a cui la Corte punta è di far seguire le misure necessarie affinché “solo i rifiuti già trattati vengano collocati nella discarica e puntualizza che la nozione di trattamento comprende i processi fisici, termici, chimici o biologici, che modificano le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa, di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero”.