Via libera alla Camera al testo contro il bullismo

Via libera alla Camera della proposta di legge sul bullismo che ora passa all’esame del Senato. Si tratta di un’estensione delle misure già vigenti sul cyberbullismo e prevede: un numero telefonico di assistenza attivo 24 ore su 24 (il 114), un'app anti-violenza e un monitoraggio costante su tutte le scuole italiane. Previsto l'impiego di strumenti penali, con la modifica del reato di atti persecutori in modo da far rientrare anche le “condotte di reiterata minaccia e molestia che pongono la vittima in una condizione di emarginazione”. Aumenta la contravvenzione prevista in caso di inosservanza dell'obbligo scolastico da parte dei genitori. Il Miur dovrà creare una piattaforma di e-learning destinata ai docenti e finalizzata all'adozione di strategie antibullismo.

La vergogna non sia un destino, discorso del deputato Pd vittima di bullismo

“Chiunque mi conosca, e mi scuso per il fatto personale, sa che sul mio peso scherzo, ma mi ci misuro ogni giorno. Sento questo sguardo che pesa, che mi pesa. Non tutti però ce la fanno”. Così è intervenuto il deputato del Pd, Filippo Sensi, durante la discussione sulle misure per contrastare il bullismo, confidando di esserne stato lui stesso vittima: “Sono stato per tutta la vita e sono – cito – un cicciabomba cannoniere, un panzone, un trippone, una palla di lardo, qualcuno mi chiamava 'manzo', mio padre ci sformava. Un ragazzino una volta mi gridò: 'Sensi, mi fai senso', lo ricordo come fosse adesso”. Sensi poi continua la descrizione di ciò che ha subito, le conseguenze di quelle offese che non facevano altro che aggravare la situazione e il suo rapporto con il cibo. Quindi l’appello, in Aula, a sostenere gli strumenti che possono contrastare questo fenomeno. “Il body shaming, il fat shaming, queste mortificazioni, e non uso questa parola a caso, hanno conseguenze” afferma Sensi che poi cita uno studio dell’Università della Florida secondo cui chi è vittima di fat shaming è due volte e mezzo più a rischio di ingrassare ulteriormente e notevolmente; “conseguenze non solo culturali e sociali, ma che mordono nella carne delle persone, possono scatenare comportamenti autodistruttivi come le abbuffate compulsive, l’anoressia, il suicidio”. “Il confine tra la vita e la morte – dice Sensi in Aula – è il nostro corpo, nella fragile esistenza delle persone, e quella vergogna indotta, quello specchio deformante può interrompere traumaticamente quel processo di individuazione che siamo, nella nostra fragile esistenza”. Nel suo intervento il deputato Pd chiede, infine, ai suoi colleghi di contribuire ad “evitare che la vergogna sia un destino ineluttabile, che la vergogna del nostro corpo sia una condanna sancita dalla nostra finitezza, dallo sguardo degli altri che può essere il gesto più violento e aggressivo di cui siamo capaci. È un modo certo manchevole di sollevare un’attenzione e di chiedere il rispetto e l’amore che ognuno di noi, con il suo corpo, merita”.