Rapporto Enea: “Salgono le emissioni di CO2, calano le rinnovabili”

"Segnali di criticità nei primi nove mesi dell'anno" arrivano dall'analisi Enea del sistema energetico italiano

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© Gerd Altmann da Pixabay

“Segnali di criticità nei primi nove mesi dell’anno” arrivano dall’analisi Enea del sistema energetico italiano: a fronte di consumi di energia sostanzialmente fermi (con la previsione di un calo dell’1,5% sull’intero 2022), le emissioni di CO2 sono cresciute del 6% (l’aumento stimato è di oltre il 2% a fine 2022). 

Rapporto Enea: “Salgono le emissioni di CO2, calano le rinnovabili”

Nel periodo gennaio-settembre le rinnovabili hanno registrato un calo dell’11%, a fronte di un maggiore ricorso alle fonti fossili (petrolio +8%, carbone +47%). In forte peggioramento anche l’indice della transizione energetica ENEA-ISPRED.

“Il forte calo dell’indice Enea-Ispred è da collegarsi in particolare al peggioramento della componente decarbonizzazione, scesa al valore minimo della serie storica”, spiega Francesco Gracceva, coordinatore dell’analisi trimestrale Enea. “In questo scenario – continua – l’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 potrà essere raggiunto solo se nei prossimi otto anni riusciamo a ottenere una riduzione media annua di quasi il 6%”, aggiunge l’esperto.

Secondo l’analisi Enea, l’aumento delle emissioni è riconducibile quasi interamente alla produzione di energia elettrica e calore, alle raffinerie e alle industrie energivore. Del resto, i primi nove mesi del 2022 hanno visto proseguire la risalita delle fonti fossili: i consumi di petrolio sono cresciuti dell’8%, avvicinandosi ai valori pre-pandemici. Ancora più marcato l’aumento dei consumi di carbone (+47%), che a fine anno torneranno non lontani dai livelli del 2018. In forte calo invece i consumi di gas naturale (-3% nei nove mesi, -8% nel terzo trimestre) e di fonti rinnovabili, in calo costante dell’11% circa in tutti e tre i primi trimestri dell’anno.

La performance delle rinnovabili è stata influenzata negativamente dalla significativa riduzione dell’idroelettrico (-25% rispetto al minimo degli ultimi 15 anni), non compensato dall’aumento del 9% di eolico e solare nei primi nove mesi dell’anno, ai suoi massimi storici. Sul fronte della sicurezza energetica, l’analisi evidenzia il peggioramento dell’adeguatezza del sistema gas.

In vista del prossimo inverno richiede particolare attenzione la capacità delle infrastrutture gas di coprire la punta di domanda: infatti, nel caso di un completo azzeramento dei flussi dalla Russia (scesi sotto al 20% dell’import totale nei primi nove mesi, ma già quasi a zero a ottobre), risulterebbe molto difficile coprire punte di domanda legate a picchi di freddo intenso che investano l’intero territorio nazionale”, commenta Gracceva. Per quanto riguarda i prezzi, se per il gas gli incrementi registrati in Italia sono simili alla media europea, nel caso dell’elettricità gli aumenti sono stati all’incirca pari al doppio di quelli registrati nell’Ue, in particolare nel caso delle imprese. “Rispetto al 2021 un’impresa con consumi medio-bassi ha visto aumentare i prezzi di elettricità e gas rispettivamente del 60% e del 120% nel primo semestre 2022, mentre nell’intero 2022 supereranno di ben oltre il 50% i precedenti massimi storici”, sottolinea Gracceva.

A livello di settori, nel periodo gennaio-settembre 2022, i consumi sono diminuiti considerevolmente nell’industria, con un calo particolarmente accentuato nel terzo trimestre (-15%), mentre è continuata la forte ripresa dei trasporti, sebbene a tassi progressivamente più contenuti (+12% nei nove mesi, +4% nel terzo trimestre).

Fonte: Ansa