Prostituzione, don Buonaiuto: “Basta parlarne come di un lavoro. E’ l’ingiustizia più antica del mondo”

Il sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII, da anni impegnato nella lotta contro lo sfruttamento della prostituzione è intervenuto a Storie Italiane

“Papa Francesco ha definito la prostituzione un vizio schifoso e un crimine contro l’umanità. I colpevoli non sono solo coloro che hanno sfruttato queste donne, ma anche tutti coloro che sono stati compiacenti e sono correi di questo crimine”. Così don Aldo Buonaiuto, direttore di Interris.it e sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII, discepolo del Servo di Dio don Oreste Benzi, da anni impegnato nella lotta contro lo sfruttamento della prostituzione, intervenendo a Storie Italiane, trasmissione di Rai 1, condotta dalla giornalista Eleonora Daniele.

Il giro di finti massaggi e le frodi assicurative

La puntata di Storie Italiane, infatti, si è aperta con un servizio su finti centri di massaggi a Bari, dove giovani donne venivano sfruttate. Il bilancio dell’operazione “Tutto incluso” parla di sette persone arrestate – due in carcere e cinque ai domiciliari – e una colpita da obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre altre cinque sono state sottoposte a divieto di dimora. In totale, nel registro degli indagati sono stati iscritti 27 soggetti.

Le ipotesi di reato

Le accuse a vario titolo sono di associazione per delinquere, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, peculato, simulazione di reato, calunnia, autocalunnia, falsa testimonianza, favoreggiamento personale, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative, falsità materiale commessa da privato, soppressione, distruzione e occultamento di atti veri, alterazione dello stato civile , fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona, riciclaggio e autoriciclaggio, commessi nel periodo 2016-2019.

Le indagini

Le indagini sono state avviate a seguito di segnalazioni pervenute a questa Procura della Repubblica da diverse compagnie assicurative riguardanti presunte anomalie nella liquidazione di indennizzi relativi a incidenti stradali, riconducibili al medesimo gruppo di persone e le cui vertenze legali sono state patrocinate dal medesimo avvocato del Foro di Bari.

Il sistema veniva attuato mediante la produzione di falsa documentazione sanitaria e false testimonianze rilasciate in occasione delle denunce dei sinistri. Tra gli incidenti simulati sarebbero emersi due sinistri che avrebbero determinato due aborti in due donne appartenenti al gruppo criminale, ma che in realtà sarebbero intervenuti per altre cause.

Dalle indagini, inoltre, è emerso che il gruppo sarebbe stato attivo anche nel favoreggiamento e nello sfruttamento della prostituzione, come riporta baritoday.it. Le donne sarebbero state costrette a prostituirsi in alcuni immobili ubicati a Modugno, Santeramo in Colle, Trani e Roma. Nello specifico, l’organizzazione si sarebbe occupata del reclutamento delle donne, dell’inserzione di annunci “hot” su siti internet, dell’ingaggio di centraliniste e telefoniste che prendevano appuntamenti con la clientela, della gestione dell’attività di meretricio e della riscossione dei proventi illeciti.

“Dobbiamo fare un plauso alle forze dell’ordine che hanno messo a segno questa operazione – ha proseguito don Buonaiuto -. Ma il problema è che nessuno parla. Tutti sanno e nessuno dice niente. Come abbiamo potuto vedere, anche grazie a questo servizio, che lo stato di schiavitù di queste donne non è solo sulle strade ma anche in tanti locali“.

Neanche il Covid ha fermato lo sfruttamento

Don Aldo Buonaiuto ha voluto anche sottolineare che nemmeno durante il periodo più duro, quello del lockdown causato dal coronavirus, lo sfruttamento della prostituzione si è fermato. “Noi andiamo sulle strade a incontrare queste giovani donne. Devono stare lì perché sono schiavizzate. Vengono usate come oggetti per soddisfare i bisogni perversi di uomini che pensano di avere il diritto di comprare il corpo di queste ragazze. E’ la vergogna delle vergogne – ha aggiunto -. Tutta la popolazione si deve ribellare, solo allora si farà giustizia e ci sarà un salto culturale. I rapporti intimi non si acquistano, si deve essere capaci di conquistare le relazioni più profonde”.

L’ingiustizia più antica del mondo

Lo sfruttamento della prostituzione è “l’ingiustizia più antica del mondo. Non si può parlare di lavoro. Il lavoro è qualcosa di nobile che prevede rapporti alla pari, dove nessuno può essere sottomesso o asservito – ha continuato don Buonaiuto -. Dobbiamo fare un passo in avanti, non cento indietro considerando qualcuno di serie B. Chi potrà mai gioire nel sapere una persona cara sfruttata? Chi potrà mai gioire se la prostituzione diventasse un ‘lavoro’ tutelato dallo Stato? – ha chiesto don Buonaiuto -. Quando mai lo Stato si mette dalla parte di chi fa diventare le persone schiave? Lo Stato si deve mettere dalla parte di chi vuole liberare gli sfruttati, non da quella di chi organizza il traffico di esseri umani”.

La violenza delle bay gang

Nella seconda parte della trasmissione si è affrontato il tema della violenza delle baby gang. In particolare, il caso di Lanciano, dove un giovane di 18 anni, in seguito a una lite per futili motivi, è stato colpito alla testa con un pugno. E’ in coma e ricoverato nell’ospedale di Pescara. A sferrare il colpo sarebbe stato un giovanissimo, un ragazzo di 13 anni che non potrà essere processato in quanto per la legge italiana è considerato incapace di intendere e di volere.

I nostri ragazzi da soli non possono farcela. E’ tutto il sistema educativo che si deve unire. E’ agghiacciante sentire questi discorsi degli sguardi, che si devono tenere abbassati quando passano alcune persone – ha detto don Aldo Buonaiuto -. Questo è qualcosa che ci deve inquietare. Bisogna agire preventivamente. Come dice Papa Francesco, è necessario un nuovo patto tra le generazioni. Bisogna unire la società buona, quella desiderosa di cambiare questa ondata di violenza e di odio, che non viene solo dalla droga, c’è una rabbia profonda in questi giovani – ha aggiunto -. Bisogna insieme, non bastano i medici, curare questa rabbia e aiutare i ragazzi ad avere qualcosa di diverso come la bontà, l’altruismo, la generosità. Non possiamo ridere di fronte a queste parole, ma dobbiamo prenderle sul serio. Gli adulti sono sempre i primi responsabili davanti ai nostri ragazzi”.