Pilagatti (SAPPE): “Medici della Polizia Penitenziaria: svolta storica per il Corpo”

Interpellato da Interris.it, Federico Pilagatti, segretario Nazionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), ha spiegato di cosa si occuperanno i medici del Corpo della Polizia Penitenziaria

Il carcere di Taranto e, nel riquadro piccolo, Federico Pilagatti, segretario Nazionale SAPPE

Dopo anni di richieste da parte dei vari sindacati di settore, è stata istituita la carriera dei medici del Corpo della Polizia Penitenziaria. Lo ha annunciato stamani il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove (FdI) definendolo “Un evento storico“.

In merito il SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) ha rilasciato una dichiarazione a firma del segretario generale, il dottor Donato Capece, che riportiamo integralmente.

Il commento del Sappe

“L’introduzione del ruolo dei medici della Polizia Penitenziaria approvato oggi dal Consiglio dei Ministri è una svolta storica per il Corpo, auspicata dal SAPPE da molto tempo”, esordisce Capece. “Siamo finalmente passati dai Governi che hanno tagliato unilateralmente organici, basi navali, centri di specializzazione come le centrali operative regionali dei Baschi Azzurri, Provveditorati regionali, Scuole di formazione e persino carceri ad un Esecutivo che struttura riforme fondamentali per i Corpi di Polizia dello Stato”.

“Il Corpo di Polizia Penitenziaria ha dimostrato, negli anni, non soltanto di costituire un grande baluardo nella difesa della società contro la criminalità, ma anche di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori dal carcere”, evidenzia il segretario generale del SAPPE.

“Nelle fila del Corpo di Polizia Penitenziaria vi è una classe di agenti, sovrintendenti, ispettori e dirigenti di eccellenza, ai quali possono essere affidati compiti e funzioni di assoluta importanza, come le Dirigenze Generali dell’Amministrazione Penitenziaria. Pensare ad un impiego della Polizia Penitenziaria esclusivamente nell’ambito interno delle carceri è estremamente riduttivo, ancorché fuorviante”, aggiunge.

“Penso ai quotidiani servizi di trasporto e piantonamento dei detenuti, alle videoconferenze, ai servizi di tutela e scorte, alla banca dati Dna, per citarne alcuni. Ma si può fare di più per dare il nostro costante contributo alla sicurezza del Paese e dei cittadini. Penso, ad esempio, alla creazione di Commissariati di Polizia Penitenziaria sul territorio, anche presso gli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna e la Giustizia Minorile, specificamente addetti al controllo delle misure alternative e dei vari provvedimenti dell’esecuzione penale, produrrà un inevitabile beneficio anche in termini di sicurezza sociale, preventiva e repressiva: un potenziamento assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all’esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale”.

“Ma dico di più – conclude Capece – si deve arrivare ad avere un Comandante del Corpo di Polizia Penitenziaria in divisa, che provenga dai ruoli del Corpo. Credo che una riorganizzazione del Corpo di Polizia Penitenziaria in questo senso possa essere più funzionale al sistema della sicurezza del Paese. E l’istituzione del ruolo tecnico dei medici del Corpo, approvato oggi dal Governo Meloni, va in questa direzione”.

Federico Pilagatti (SAPPE Puglia) e il carcere di Bari, in Puglia

Il commento di Pilagatti

Interpellato da Interris.it, Federico Pilagatti, segretario Nazionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), ha spiegato di cosa si occuperanno i medici del Corpo della Polizia Penitenziaria.

“I medici del Corpo della Polizia Penitenziaria, come avviene nelle altre Forze di Polizia, seguono le pratiche sanitarie dei poliziotti penitenziari. Non hanno però nulla a che vedere con la salute dei detenuti, né con la cronica mancanza di medici – specialmente di psichiatri – nelle carceri, più volte denunciata dal Sappe. Il servizio di cura e salute dei detenuti infatti è completamente a carico della Regione”.

“L’istituzione dei medici del Corpo della Polizia Penitenziaria è un servizio importantissimo rivolto agli agenti della penitenziaria. Seguono le pratiche sanitarie degli agenti. Si occupano a 360° della salute dei poliziotti penitenziari, Oltre ai medici, ci sono anche gli psicologi e quant’altro serve alla salute fisica e psichica dei lavoratori. Per esempio un agente che veniva colpito e ferito da un detenuto, non c’era un medico del corpo che potesse seguire la pratica ma chiedere ai medici dell’Asl competente”.

“Condivido in conclusione le parole del dottor Capece: l’istituzione della carriera dei medici del Corpo della Polizia Penitenziaria è una svolta storica e una cosa positiva perché è un servizio che mancava da anni e era da anni che noi lo chiedevamo”.