In Italia potrebbero essere attivati 1,8 milioni di nuovi posti di lavoro se ci fossero competenze disponibili che invece mancano. Lo ha detto il presidente dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro (Anpal) Domenico Parisi, in una audizione alla Commissione Lavoro della Camera.
Circa “1,8 milioni di posti disponibili – ha detto – non possono essere colmati perché mancano le competenze”. In particolare in Italia mancano le middle skill, quelle in pratica tra il diploma e la laurea.
“Per quel che riguarda la sinergia tra politiche attive e politiche di sviluppo di nuovi mercati, sottolinea, l’Anpal vuole promuovere il modello delle industry academy, che prevedano un forte partenariato pubblico-privato, finalizzato a colmare lo skill gap. Viene coinvolta e valorizzata tutta la rete degli attori che intervengono sui diversi territori: imprese, ITS, Centri per l’Impiego, Agenzie private per il lavoro, Centri di formazione, Consulenti per il lavoro, università”.
Anpal è infatti l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. Promuove il diritto al lavoro, alla formazione e alla crescita professionale delle persone, coordina la rete nazionale dei servizi per il lavoro, è responsabile del sistema informativo del mercato del lavoro.
“Condivido la necessità di un sistema di ammortizzatori sociali universale, che non escluda nessuno”, ha aggiunto Parisi nella audizione alla Commissione Lavoro della Camera.
“In modo analogo – ha detto – è necessario che le politiche attive del lavoro raggiungano l‘intera forza lavoro: i disoccupati, gli under-employed, gli occupati e anche i nuovi mercati occupazionali, per garantire stabilità e sostenibilità a tutti i lavoratori.
A causa della crisi dovuta al Covid-19, ha aggiunto Parisi, “l’Anpal dovrà operare in tre ambiti principali d’intervento: il primo ambito riguarda le misure per riattivare milioni di persone in cassa integrazione; il secondo è relativo alle azioni preventive a favore degli occupati a rischio, inclusi gli underemployed, con particolare attenzione ai giovani e agli over-50. Servono interventi di up-skilling, re-skilling e transferable-skilling.
“Il terzo ambito – ha concluso – riguarda la sinergia tra politiche attive del lavoro e politiche di sviluppo economico, favorendo nuovi posti di lavoro e la creazione di nuovi mercati, come il verde e il digitale”.
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