Mattarella ai David: “Il Pnrr per cinema e cultura un’opportunità storica”

Si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presentazione dei candidati ai Premi "David di Donatello" per l'anno 2023

Il Presidente Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di presentazione dei candidati ai Premi “David di Donatello” per l’anno 2023. Foto: Quirinale

Si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presentazione dei candidati ai Premi “David di Donatello” per l’anno 2023.

La cerimonia dei David

La cerimonia, condotta da Geppi Cucciari, è stata aperta dalla proiezione di un video realizzato da Rai Cultura a cui è seguito l’intervento di Piera Detassis, Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello.

La lettura delle candidature ai Premi “David di Donatello” è stata intervallata dall’esecuzione di alcuni brani da parte del Maestro Danilo Rea dedicati a colonne sonore del cinema italiano e internazionale.

La conduttrice ha intervistato la vincitrice del David alla carriera, Marina Cicogna e i vincitori dei David speciali 2023, Isabella Rossellini ed Enrico Vanzina. Erano presenti i candidati ai Premi, il Presidente dell’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo (AGIS), Francesco Giambrone, il Presidente dell’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali (ANICA), Francesco Rutelli, esponenti della cultura, dello spettacolo e dell’industria cinematografica. La cerimonia si è conclusa con il saluto del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e il discorso del Presidente della Repubblica.

I saluti di Mattarella

“Saluto tutti voi, candidati ai Premi David di Donatello, e tramite voi quanti partecipano alla vita, alla creatività, allo sviluppo del nostro cinema. Grande riconoscenza rinnoviamo nei confronti di Gian Luigi Rondi, che ebbe l’intuizione di questo premio 68 anni or sono, riuscendo con vera grande tenacia a radicarlo e farlo crescere.

“Lo ricordiamo mentre portiamo avanti il testimone che ci ha lasciato. Il cinema è immaginazione e storia, emozione e cultura. E’ anche svago, sogno, libertà”: così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia di presentazione dei candidati ai premi “David di Donatello” al Quirinale. “Ha impresso segni indelebili nella memoria di ciascuno e appartiene alla nostra civiltà come uno dei suoi tratti identitari”.

“Proprio i David ci aiutano a tracciare e scandire il percorso, ad avere la percezione del cammino compiuto, dei valori in campo, di questo patrimonio di arte e cultura che fa pienamente parte della storia italiana. Il cinema è un testimone che passa di mano in mano. Alla prima edizione del David, nel 1956, venne premiato Vittorio De Sica per “Pane, amore e…” Compie sessant’anni “Il Gattopardo” di Luchino Visconti. Cinquant’anni or sono – era il 1973 – arrivò nelle sale “Amarcord” di Federico Fellini, poi vincitore dell’Oscar. Potrei continuare, ma rischierei di trascurare capolavori assai più di quanti sarebbe possibile citare. Una sequenza emozionante di film che hanno fatto epoca, che hanno fatto conoscere il nostro talento nel mondo, che hanno anche scandito la vita della Repubblica e riempito l’album dei nostri ricordi”.

“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha capitoli rilevanti che interessano il cinema e la cultura – ha affermato il presidente della Repubblica –.E’ una opportunità storica quella che abbiamo davanti, una sfida che dobbiamo superare come Paese. La condizione per riuscire a ottenere i risultati migliori dai progetti messi in campo è la capacità di tutti gli operatori, delle istituzioni pubbliche, delle imprese, degli artisti come di ogni categoria di lavoratori del cinema, di dialogare proficuamente e trovare intese e convergenze”.

“Il nostro talento continua a essere apprezzato ovunque. Il gusto e la qualità italiane hanno nel cinema, con le sue radici e le sue icone, un grande propulsore. Le istituzioni sono quindi chiamate a sostenere la cultura nelle sue diverse espressioni. Promuovere cultura vuol dire promuovere anzitutto la sua libertà”.

Fonte: Ansa