Covid-19, anche la Costa d’Avorio si adegua. Paura contagio

Messe con meno di 50 persone, Via Crucis in casa, seminari e oratori. Così la Chiesa in Africa combatte il coronavirus. I medici: "Non siamo pronti"

Disuguaglianze
Uso di gel disinfettante per le strade di Abidjan come misure preventiva del governo della Costa d'Avorio - Foto © Legnan Koula per EPA

Per combattere l’epidemia di Covid-19, classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come pandemia, la Conferenza Episcopale Ivoriana ha imposto misure più stringenti. Chiudono scuole cattoliche, oratori e seminari, con i seminaristi invitati a restare nelle loro famiglie per un mese. Restano aperte le Celebrazioni Liturgiche principali, come la Messa, la celebrazione di matrimoni funerali, purché rispettando le norme previste. Lo ha ribadito Sua Eccellenza, mons. Gaspard Bebi Gne’ba, Vescovo di Man: “Invito tutto il popolo di Dio a rispettarle”.

Via Crucis nelle famiglie

Le misure adottate dai vescovi si allineano ai provvedimenti messi in campo dal Governo della Costa D’Avorio: il divieto di assembramenti che superino i 50 partecipanti, il rispetto della distanza di un metro dalle persone, il costante lavaggio di mani. I prelati hanno sostituito i gesti e saluti liturgici con l’alzata delle mani. La Conferenza Episcopale del Paese ha stabilito che le celebrazioni penitenziali comunitarie siano vietate per 30 giorni dal 17 marzo. Il sacramento della riconciliazione è amministrato nel rispetto della distanza di almeno un metro tra celebrante e penitente, mentre sono sospese le catechesi, le devozioni e i ritiri dei movimenti spirituali. In questa Quaresima, i sacerdoti invitano alla celebrazione della Via Crucis in famiglia.

Piano d’emergenza

Da due giorni, la Costa d’Avorio ha sospeso i voli con arrivi dai Paesi che registrano più di cento casi, fatta eccezione per gli ivoriani residenti permanenti e soggetti alla quarantena obbligatoria. Annunci importanti per un Paese dove si è riluttanti ad andare dal medico e persino le cure non sempre sono garantite: “Siamo tutti preoccupati, potrebbero esserci casi che non sono stati identificati ” dichiara a La Croix Hassan Darwiche, medico di medicina generale ad Abidjan. Il timore è che il Covid-19 possa minare un sistema altamente fragile: gli ospedali nella popolosa capitale della Costa d’Avorio possono ospitare un numero esiguo di persone. Per questo, la Banca Mondiale ha deciso di investire nel Paese, che attualmente registra 2mila casi sospetti, oltre 500.000 euro.

Controlli più serrati negli aeroporti dei Paesi africani – Foto © Simon Maina per AFP