Coronavirus, Niccolò lascia lo Spallanzani

E'definitivamente alle spalle la disavventura di Wuhan per Niccolò, il 17enne di Grado rimasto per due volte bloccato nella città cinese focolaio del coronavirus per via di qualche linea di febbre ma, successivamente, risultato negativo al test. Ora, dopo alcuni giorni passati all'Ospedale Spallanzani sotto osservazione, Niccolò è tornato a casa assieme ai suoi genitori, che lo hanno raggiunto nella giornata di ieri: “È un momento emozionante – hanno detto i genitori ai cronisti presenti nel nosocomio romano -, finalmente lo riportiamo a casa. Dopo 6 mesi che non lo vedevamo e dopo tutto quello che è successo è stata una emozione fortissima riabbracciarlo”. Da Roma, la famiglia tornerà a casa in auto, con un buonumore finalmente ritrovato: “Se scriverà un libro non lo so – hanno raccontato i genitori -, ha fatto una battuta dicendo che questa esperienza meriterebbe di esser raccontata. Per ora sarà un pò a casa con noi, poi tornerà alla sua vita di sempre, famiglia, amici, quello che fa un ragazzo di 17 anni, ripartirà per la Cina appena la situazione sarà di nuovo tranquilla”.

L'impatto economico

Nel frattempo, a nemmeno 24 ore dall'approvazione del decreto a sostegno dell'economia, uno studio condotto dal Ref Ricerche ha provato a quantificare l'impatto economico che il coronavirus avrà sul Pil italiano, indicando una probabile diminuzione compresa fra il -1% e il -3%, rispettivamente nel primo e nel secondo trimestre del 2020. Il che, in sostanza, significherebbe una perdita tra i 9 e i 27 miliardi, con una variazione del segno meno a seconda del settore considerato, con Lombardia e Veneto regioni più interessate anche considerando il fatto che, da sole, coprono il 31% del Pil del nostro Paese. Il decreto approvato nella serata di ieri, a ogni modo, servirà anche a  tamponare l'impatto negativo del virus: “Il Paese deve affrontare l'emergenza con determinazione, unità, serietà e anche fiducia”, aveva detto il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, affermando al contempo che lo stop del sistema produttivo non sarebbe stata “un'idea né saggia né utile”.